Dalle Giudicarie. L’anno scorso poco ci mancò che le capre in queste valli venissero distrutte o ridotte a minimi termini, e ciò per salvare i boschi e di conseguenza per tener lontani i danni delle innondazioni. Ma contro quelle minaccie di distruzione della povera bestia non si stettero neghittosi gli interessati, ma tanto fecero che ottennero di lasciare le cose allo statu quo almeno per l’anno 1883. Ora che questo è passato, si torna alla carica e qualche forestale, forse per rimediare al fiasco avuto l’anno scorso, vien fuori ancora con tutti i paragrafi possibili per bandire o limitare d’assai le capre di questo paese. – Uno di costoro diffatti teneva giorni sono una sessione della forestale alla presenza dei Capi-comuni d’un distretto. L’argomento principale nell’ordine del giorno era proprio la morte alla capra. L’oratore pro con uno zelo di miglior causa perorò calorosamente il suo assunto. Dapertutto vedea danni caprini enormi, e il salus silvae in una parola lo facea quasi dipendere dal mors caprae. Per giustificare il suo asserto e far breccia nell’animo de’ fedelissimi uditori facea spiccare ciò essere assolutamente il volere de’ superiori, del governo, della legge etc. Finita alla fine la lunga parlata o credendosi ormai sicuro d’avere convinti fino al fondo dell’anima que’ pazienti ascoltanti, si aspettava da loro un bravo od un bene d’approvazione. Ma che? Uno de’ capi-comuni con tutta pacatezza e senza pretensioni al mondo, prendendo in mano un libro che a caso stava sul tavolo della cancelleria comunale e chiesta la parola, diceva presso a poco così: La mi permetta, sig. Forestale, di osservarle in risposta al suo discorso questa semplice coserella. – Ella dice che il Governo vuol distrutte o bandite dai boschi le capre perché sono dannosissime, ecc.; ebbene io trovo che il Governo stesso in questo libro, che ho in mano, fa invece il panegirico della capra! Senta: “Libro di lettura per le scuole popolari austriache parte II.; presso l’I.R. Deposito dei libri scolastici 1882; pag. 99; $ 103” “La capra è un animale assai utile per la grande quantità di latte che dà giornalmente contentandosi di meschino nutrimento cui nella buona stagione si procaccia da sè, cercandolo spesso nei siti inaccessibili all’uomo. Perciò è una cara compagna ed in molti paesi l’unica risorsa della povera gente, che oltre alla carne e alla pelle, sa utilizzare anche le corna ed il pelo etc.” – Ora come va la faccenda, sig. Forestale? In questo libro il Governo vuol far persuasi i fanciulli, chiamati ad essere i nostri successori, dell’utilità di questo caro animale. Nelle nostre scuole i maestri insegnano questo, e i forestali vogliono il contrario? Così mi pare, non c’intendiamo. – Perciò io concludo di restare ancora allo statu quo e lasciar vivere quest’animale assai utile, quest’unica risorsa della povera gente. – A questa risposta del Capo-Comune tanto giusta ed altrettanto inaspettata, il sig. Forestale non seppe che dire, non volea credere che il libro parlasse sì chiaro, se lo fece dare e si mise a leggere e rileggere quel brutto paragrafo, ed infine stizzito lo trascrisse sul suo taccuino e Dio sa con quale intenzione malevola. Speriamo che l’onnipotenza non sarà tutta in un semplice forestale, altrimenti ci vedremmo un altro anno libri scolastici nuovi e quindi nuove spese senza sugo del povero popolo; ma la ragione alla fine resterà al Capo-Comune e per il bene della povera gente sarà come il solito il numero delle capre permesse. Se ciò non avverrà, mi caparro fino da questo momento a leggere il discorso funebre sulla tomba della mia cara compagna

Uno della povera gente

Soggetto produttore:“La Voce Cattolica”, n. 13
Data:31/01/1884
Pseudonimo:Uno della povera gente
Descrizione:Articolo in cui viene difesa la capra quale unica risorsa per la povera gente.