(*)

Dalle Giudicarie

Checco. E dunque, compare, che dici di questo nuovo foglio, Il Popolo Trentino? Hai ancora i tuoi dubbi, le tue diffidenze di due mesi fa?

Beppo. Veramente è troppo presto per dettare una sentenza finale; non sono ancor due mesi che il giornale vive.

C. Vero; ma almeno una sentenza interlocutoria, come si dice tra litiganti, mi pare si possa darla ormai.

B. Eh si, non si può negare, il foglio è incamminato benino, e, sebbene pian piano, ha già incontrato molto favore in tutto il paese, e per quanto ne so, un tantino anche fuori: la bella cifra di associati ne fa buona testimonianza.

C. Ma ed il modo di trattar le questioni nazionali non ti pare il più adattato a questi lumi di luna?

B. Sia; ma un pizzico di pepe di più nella zuppa quotidiana, non guasterebbe veh!

C. Però, vedi, facendolo col metodo del Popolo Trentino, di frequente e bene, si riesce a miglior effetto.

B. Sarà come dici; ma…. tu sai già come io son fatto….Un po’ più di fuoco insomma… mi capisci…

C. Benissimo, ma tutto a suo tempo: Tempus tacendi, tempus loquendi, tempus… Ma, e delle numerose corrispondenze non dici nulla?

B. Belle, davvero. Quella del Martelliano poi… n’ho lette poche corrispondenze di giornali a quel modo. Oltre le notizie, là c’è da apprendere anche qualche altra cosa. Ma una cosa mi rincresce…

C. Ed è?

B.  E’ che di tante corrispondenze delle Valli, alle volte qualcheduna si tralascia del tutto, altre volte se ne fa un piccolo sunto, e qualche volta se ne differisce la pubblicazione ad altro numero. Questo non mi va; non si rende piacere veruno ai bravi corrispondenti in questa maniera.

C.  Ma caro mio quando non c’è posto sul giornale, come si fa a stamparle tutte? Si da il caso per esempio che il “Corriere delle Valli” piomba sbuffando colla sua valigia piena rigonfia nella redazione, quando non resta più una colonna di spazio, quando il povero redattore nella disperazione di poterci far andar tutto, di potere contentar tutti, non sa più che pesci pigliare, e si sfoga facendo il tiramola col protro, il quale finisce col farsi salire la senapa al naso… quaeque ipse miserrima vidi! Capisci? E se in casi meno estremi la Redazione si piglia la gatta a pelare, di ridurre entro gli argini delle sue troppo strette colonne l’innondazione di corrispondenze, che per la loro lunghezza strabocchevole finirebbero per guadagnare all’indiscreto corrispondente qualche moccolo perfino dal lettore più paziente e benigno non dovrebbe in tali casi sapergliene grado tanto chi legge quanto chi scrisse? Ma insomma nella più parte dei casi, è di spazio che si tratta, di quello spazio che pur troppo va soggetto alla tirannica legge dell’incompenetrabilità fisica de’ corpi. Non vedi a quante altre materie devono far posto stabilmente in ogni Numero?

B. Ma dunque se lo trovi il posto anche per le corrispondenze, a costo di farne un’ appendice di supplemento.

C. Magnificamente! ma, caro mio il supplemento costa denaro, sai, e poi anche l’appendice è sempre appendice, e puzza di coda; e le code… non mi piacciono affatto.

B. Si faccia il foglio giornaliero, allora; vedrai, che ci sarà posto per tutti, e quel che più importa, il giornale sarà assai più ricercato e più diffuso.

C. Benone: ma allora bisogna dar su col prezzo; ed un popolo che scappa in America, non ha tanti denari da spendere in gazzette.

B. Che denari? Non ci vorran mica i tesori di Creso per l’abbonamento ad un giornale quotidiano?

C. No; ma ci vuole un prezzo doppio, e da 8 fiorini, facilmente trovabili nella borsa di moltissimi, venendo ai 16 è affare un po’ serio per le borse dei più.

B. E per meno, non si potrebbe averlo?

C. Difficilmente; perchè in soli bolli di finanza e posta una copia di giornale quotidiano verrebbe a costare nientemeno che f.6. Aggiungi poi le spese di stampa ed il resto e vedrai dove si andrà a finire.

B. Ma si avranno più abbonati; e quando questi sono un paio di mila, credo, si potrebbe fare il giornale a meno di f. 16.

C. Eh si! con due mila associati si può fare qualche miglioramento nel prezzo, ed appena raggiunto il numero, al quale sembra incamminarsi a buoni passi il Popolo, potrebbesi anche tentare qualcosa in proposito.

B. E ciò, dico, per contentar tutti: il ceto mercantile che vuole notizie quotidiane dalle varie piazze sia in generi sia in valute; i nostri comuni, che vorrebbero tante cose tutte abbastanza lunghe e larghe; tutti quei lettori che sono avidi di molte notizie di diverso genere, e non cercano altro;

C. E poi…

B. Poi quando si ha un giornale quotidiano de’ nostri non si va a portare i denari fuori di casa con prenderne di esteri, e si arriverà più presto al fine bramato di dirigere più efficacemente le forze al bene del paese.

C. Hai ragione; scrivo tosto alla Redazione del Popolo Trentino questo nostro dialogo, e se lo vedrai stampato, dì, che se son rose fioriranno. Naturalmente bisognerà che abbiamo un po’ di pazienza, anche tu col tuo fuoco; chè la stagione è ancora indietro, e poi è sempre di stagione il proverbio “chi va piano, va sano e talvolta lontano”.

Checco giudicariese

(*) Cogliendo l’occasione dell’odierno supplemento, facciamo luogo a questa corrispondenza per non iscontentarne l’autore sig. Checco giudicariese, così benevolo al nostro giornale, osservandogli però che tal genere di corrispondenze non è senza imbarazzi per la Redazione.

Soggetto produttore:“Il Popolo Trentino”, supp. al n. 23
Data:05/02/1889
Pseudonimo:Checco giudicariese
Descrizione:Articolo in forma di dialogo riguardante alcune proposte di miglioramento de “Il Popolo Trentino” (edizione, prezzo e spazio lasciato alle varie corrispondenze).