Sotto il titolo posto in testa a queste righe ci pervenne da un egregio nostro corrispondente l’articolo che riportiamo qui appresso, osservando che quanto prima in questo Bollettino e specialmente poi nell’Almanacco agrario pro 1890 daremo le chieste istruzioni pratiche per l’impianto e l’organamento delle Casse rurali Raiffeisen, ciò anche per dare esecuzione ad analogo conchiuso preso da questa Giunta permanente nella sua seduta degli 11 u. s. luglio, la quale riconobbe pure che in tale importante vertenza si è fatto finora della teoria a sufficienza e che conviene finalmente di addivenire a qualche cosa di concreto.
Al detto articolo, ne facciamo seguire poi un altro dal titolo “Che cosa è una cassa rurale” che riproduciamo dall’ottimo giornale La cooperazione rurale e che è tolto da una relazione sulle casse rurali italiane scritta dall’egregio Dott. Leone Wollemborg per l’esposizione universale di Parigi. Tale articolo potrà servire di complemento di quanto abbiamo finora pubblicato per dimostrare la razionalità e la convenienza dei principi che regolano le casse rurali di prestiti ed i grandi vantaggi che per esse possono sentire le classi agricole nell’ordine morale e materiale. —
Se, dopo il tanto che fu detto e stampato in questi ultimi anni, sia nell’almanacco, sia nel Bollettino del Consiglio Provinciale di Agricoltura, sia in altri giornale si dovesse rispondere alla domanda messa in testa a questo articolo qualunque, ne verrebbe una risposta recisamente negativa; giacché dopo tante teorie insegnate, e dopo tante parole fatte, non si vide da noi realizzato fìn qui alcunché. Per vero, vi fu qua e là qualche tentativo in proposito, ma non si venne mai ad una finale conclusione. Dunque è proprio vero, che da noi siano impossibili delle casse di prestiti, le quali in Germania prima, in Italia poi fecero progressi mirabili, e portarono vantaggi sommi? Io credo di no; anzi non sono lungi dall’affermare, che tra breve sarà effettuata qualcuna di dette casse, quando sieno prima ultimati quei passi necessari che mi sembrano doversi premettere da chi lo può e da chi lo deve in vantaggio di questo nostro popolo agricolo. Fin qui si venne ripetutamente stampando due statuti sull’Almanacco Agrario, coi quali dovrebbero essere dirette queste casse, ma furono statuti così complicati ed estesi che a bella prima venivano giudicati di impossibile realizzazione tra noi. Si desidera invece uno statuto in piccolo, il quale contenendo gli estremi di quello che prescrive la legge in proposito, abbia il puro necessario per l’organizzazione di dette casse in un paesello qualunque di montagna. Questo adunque il primo passo da farsi ancora. In secondo luogo uopo è conoscere tutto quello che prescrive la legge per venire ad ottenere un’ approvazione per l’erezione di queste società; uopo è quindi che veda la luce un manualetto, ovvero un’ articolo qualsiasi, nel quale si segnino i passi, le module, le prescrizioni, i bolli, le suppliche per ottenere dall’Autorità, e da quale Autorità, tale approvazione. Si dirà che ciò è nulla, quando siavi la buona volontà di unirsi in associazione nel senso delle Società alla Raiffeisen. Ma lo scrivente può attestare che fu appunto l’ignoranza di tali prescrizioni che fece andare a monte due anni fa l’impianto bello e preparato di una società di prestiti alla Raiffeisen. Si ricorse in allora a persone competenti, ma non si potè avere giammai una risposta evasiva, completa. Dunque questo è il secondo ostacolo da abbattersi, e con ciò la possibilità delle casse Raiffeisen non solo sarà probabile ma certa anche tra noi.
Si dirà; a chi spetta fare i passi ora reclamati? Nissuno meglio lo può quanto codesto Consiglio Provinciale d’Agricoltura. Egli può ritirare dalla competente autorità tutti gli estremi precisi voluti dalla legge in proposito. Più; essendo da poco tempo nata una cassa di prestiti alla Raiffeisen sotto l’impulso di un presidente di un Consorzio Agrario nel raggio della Ia Sezione del Consiglio Provinciale d’Agricoltura, è facile dallo stesso avere e statuto e norme ulteriori per venire all’effettuazione di quanto si desidera.
Ma si obbietterà che qui nel Trentino si fanno larga scala le Banche cooperative, e che quindi quelle e non le casse Raiffeisen sono da promuovere. Va benissimo, ma le Banche cooperative possono attecchire nelle città, nelle Borgate principali del nostro paese, ma è assai difficile possano queste arrivare ad estendersi nei molteplici paeselli delle nostre valli e infiltrarsi su su a quelli che s’ascondono nelle falde dei nostri monti. Per quest’ultimi è nata fatta la cassa Raiffeisen. Tutto sta che si voglia incominciare una volta. Ma il principio di ciò sta nel levare gli ostacoli sopra accennati, e questi devono essere levati dalla solerte intraprendenza e dallo zelo ben conosciuto di codesta Spett. Presidenza del Consiglio Provinciale.
Levate le pietre d’inciampo, starà a noi reclute alpine il marciare in avanti. Mano adunque all’opra pel bene della patria nostra.
Un socio montanino.
Soggetto produttore: | “Bollettino C.P.A.”, anno 1889, agosto, pp. 215-216 |
Data: | 08/1889 |
Pseudonimo: | Un socio montanino |
Descrizione: | Articolo relativo alla possibilità di fondare Casse rurali sul modello Raiffeisen in Trentino. |