Siamo vicinissimi all’anno 1890 e quindi all’epoca in cui sarà ordinato dall’autorità competente un nuovo censimento della popolazione. Le statistiche, di qualunque genere esse sieno, sono sempre utilissime perché portano gli argomenti parlanti delle cifre. Ma, naturalmente, perché l’argomento corra convincente a tutta prova, le cifre devono essere segnate con verità.

Anche l’anagrafe che sta per ordinare l’autorità politica nel prossimo anno, deve servire di argomento in più contingenze e tutte di grave conseguenza. Ne viene quindi, che anche le cifre in essa contenute dovrebbero essere di tutta verità scrupolosa.

Ora avviene così da noi? Se dobbiamo giudicare dal passato, v’ha da dubitare assai. Accenniamo solo ad una cosa, ed è alla differenza che trovasi sul numero della popolazione di un luogo secondo l’anagrafe civile e quella ecclesiastica. Il Catalogo del Clero di ogni anno segna una cifra, la quale, per le persone che la danno, meriterebbe a priori tutta la credenza, ma se poi si confronta con quella data dalle autorità comunali o da chi assume il lavoro importante della anagrafe, quella cifra non è più vera, perché in genere è assai maggiore. Donde tanta differenza? Lasciamo a più valenti di noi in affari di statistica, la risposta; solo accenniamo ad un punto che ci pare capitalismo, ed è che nell’anagrafe civile non esiste una rubrica, nella quale vengano segnate le persone indigene o del paese, esclusivamente tali, che sieno presenti; mentre tra queste fin qui si usò mettervi anche le forestiere presenti; e poi manca l’altra rubrica che sommi assieme la popolazione indigena presente colla assente da darci quella cifra che verrebbe ad eguagliare quella dataci generalmente dal Catalogo del Clero.

Ancora, sappiamo, che in tanti comuni, i dati statistici sulla popolazione si danno scientemente minori del vero; e ciò per non concorrere conforme a verità, in date occasioni di scomparti giusta la popolazione, al pagamento di spese che si avessero cumulative con altri comuni vicini o del distretto.

Di quì interessa assai che la autorità invigili rigorosamente affinchè le cifre sieno date giuste in tutta coscienza, ed ove dubiti, di farne fare il controllo da persone di fiducia. Anzi, ove a priori si sapesse essere successo altre volte tale abuso, si dovrebbe ordinare la compilazione dell’anagrafe, non già a persone scelte dal comune, ma dalla stessa autorità.

Riservandoci di ritornare ancora in argomento, fin da questo punto raccomandiamo la cosa alle autorità comunali non solo, ma a tutti coloro che si interessano del pubblico bene, giacchè una vera statistica è sempre utile, anco se portasse delle verità odiose.

Se ci fosse lecito e fossimo a tempo, vorremmo pregare la autorità competente che alle rubriche degli assenti, e precisamente ove si parla di Paesi all’estero, ci fosse una nuova rubrica per gli assenti in America. Con ciò avremmo un controllo ed un confronto colla statistica già pubblicata sull’emigrazione americana e sarebbe palese l’aumento o la diminuzione avvenuta in questi due ultimi anni. Ad altra volta, altre osservazioni.

R.

Anagrafe.

Sul finire di un altro articolo su questo argomento (Pop. Tr. 10 corr., N° 151) avevamo sommessamente pregato l’autorità competente che nella prossima Anagrafe fosse segnata con rubrica propria la emigrazione americana, ossia gli assenti in America.

Per vero non ci era ignoto che nelle tabelle cumulative dell’Anagrafe c’è un piccolo posto anche per gli assenti nell’America settentrionale e meridionale, e proprio alla penultima posta dei luoghi all’estero, ma questo non è sufficiente per avere dati giusti. Eccone il perché.

Premettiamo, che quello che asseriamo, è cosa avvenuta nell’ultima Anagrafe, e proprio sotto i nostri occhi.

Il compilatore dell’Anagrafe, almeno nei paesi di montagna, è sempre uno del paese, scelto all’uopo dalla rappresentanza comunale. Questi colle singole tabelle anagrafarie, e forse senza queste, ma con uno strazzetto ad hoc, si mette a percorrere il comune di casa in casa per assumere le notizie domandate, e fin qui c’è nulla a ridire. Nota p.e. il numero delle persone di una famiglia e segna coloro che sono presenti od assenti, ma poco si cura del luogo ove si trovano gli individui, perché sulla tabella singola della famiglia non c’è questa richiesta. Finito il lavoro in sporco, si ritira nel proprio gabinetto famigliare e si mette ad estendere l’anagrafe sulle tabelle ufficiali. Quando poi si viene a formare le tabelle cumulative, è allora che nascono i guai e gli errori. E per restare nell’argomento dell’emigrazione americana, come si fa a segnare la cifra cumulativa degli emigrati? Invece di passare famiglia per famiglia segnata sulle tabelle o sullo strazzetto, cosa che andrebbe per le lunghe, si dà una scorsa mentale al paese od al comune così ad occhio e croce, e poi, senz’altro si segna alla rispettiva posta il numero immaginario degli emigrati. Noi sappiamo per esperienza quanto è facile lo sbagliarsi in simile cosa, facendo il calcolo in questa maniera. Ripassando tutte le famiglie di un paese una per una, riesce facile il trovare il numero vero degli emigrati, il farlo in altra maniera, e specialmente in quella descritta qui sopra, non sarà che uno spropositare di cifre. Pria di scrivere queste linee abbiamo voluto consultare una tabella cumulativa di un comune, ritenuto tra i meglio amministrati, a proposito dell’Anagrafe del 1880. Abbiamo consultata la posta degli assenti in America, posta che ci interessava a preferenza delle altre, e che cosa abbiamo trovato? In tutto quel comune non figuravano che 6 (sei) soli emigrati americani, mentre in realtà erano il doppio.

Raccomandiamo dunque a tutti questa importante faccenda dell’anagrafe, affinché riesca veramente conforme a verità, e specialmente ci indirizziamo a quelli che saranno scelti dalle rispettive rappresentanze comunali per compilarla, onde vogliano mettere tutta la loro cura e premura nel segnare fino da principio nelle tabelle delle singole famiglie tutti i dati che interessano, perché solo in questa maniera si potranno formare giusta verità i quadri finali. Il nostro clero di campagna che è in maggior contatto cogli uomini del proprio comune e che forse in tanti luoghi è chiamato in aiuto nell’estendere quest’anagrafe, si presti volenteroso coi propri lumi ed aiuti nell’importante bisogna. Ciò facendo darà, ancora una volta, prova non dubbia del suo sincero patriottismo.

Ogni volta che si parla di statistica, v’ha sempre tra il volgo di quelli che temono qualche guajo per aria; p.e. o nuovi tributi o nuove tasse etc. e quindi teme sempre a dire la verità.

Ma se ciò poté avvenire qualche volta per alcune statistiche, non avviene con quella che si è soliti fare ogni decennio. Del resto noi trentini non dobbiamo temer mai di dire la verità e tutta la verità di casa nostra, perché alla fin fine non la andrà mai peggio che al presente. Non si tratta qui dunque di andare incontro a malanni, si tratta di illuminare coloro che ci reggono, e nissuna luce più viva si può dare che quella delle cifre nude e crude che saremo per segnare nella prossima anagrafe 1890. Sicuri di essere bene intesi, facciamo punto fermo

R.


Soggetto produttore:“Il Popolo Trentino”, n. 151 e n. 154
Data:18891210
Pseudonimo:R.
Descrizione:Si tratta di due articoli di critica al modo in cui vengono raccolti i dati statistici in vista del futuro censimento del 1890.