Giudicarie interiori 14 agosto. – (Don Coso) – Faranno le meraviglie i lettori se vengo a loro col titolo sovraesposto a segnalare delle stragi orsine e a reclamare un pronto rimedio al malanno. Eppure la mi sembra cosa da prendersi sul serio anziché no; osservate i seguenti dati attinti alle fonti  le più limpide che escano da questi monti.

I capi bovini ammazzati o rovinati l’anno scorso dall’orso qua e là nel raggio capitanale di Tione, ascendono a settanta, e ben maggiore è il numero degli animali minori spazzati via dal poco gentile apparitore notturno; sicché il far ascendere il danno a 12 mila fiorini (dico dodici) arrecato dall’orso nelle nostre malghe nel 1889, è cosa minore del vero.

Se poi ora veniamo alle cifre che in ogni settimana si accumulano con un crescendo spaventoso, possiamo assicurare che i danni di quest’anno saranno maggiori assai. Dunque? Dunque bisogna pensare a qualche cosa di positivo per rimediare al male. Non ci sono tanti bravi e valenti cacciatori? Va benissimo ma i cacciatori di notte non ci vedono e non possono andare attorno, di giorno è ben difficile scovare la fiera senza l’ajuto di cani speciali usi alla caccia orsina. Questi cani mancano da noi affatto; per ritirarli da dove sono, la borsa di un cacciatore non è sufficiente; ci dovrebbero pensare i comuni, i consorzi agrarii, e le maggiori autorità e podestà. E’ vero, di quando in quando viene ucciso accidentalmente qualche orso, come avvenne giorni fa nell’alta Rendena, ma questa non è la caccia che distruggerà l’orso. Vuolsi quella col cane, senza questa in pochi anni nissun mandriano sarà sicuro di alzarsi la mattina senza dover piangere una brutta sottrazione fatta a zampe d’orso nella sua mandra.

La frequente apparizione dell’orso che in questi ultimi anni ha luogo nelle valli a destra dell’Adige, dinota che gli individui sono numerosi più del passato; se si numerano poi le rarissime prese che se ne fanno, si deve conchiudere, che più innanzi si va, cresceranno ancor più, avendone tutto il comodo per l’estensione delle selve che s’elevano su su fino ai ghiacciai.

Quest’anno furono veduti orsi in Val di Ledro, in Val Marcia e val d’Algone delle Giudicarie esteriori, ed in quasi tutte le valli secondarie delle Giudicarie interiori, e credo si possa dire ancora più o meno così della Val di Sole. Ora poi che i nostri monti in lungo ed in alto sono percorsi dai bravi e valorosi alpinisti, mentre numerosi altri signori, e perfino illustri personaggi corrono a godere le pure aure dei nostri alberghi alpini, urge che si faccia la guerra su tutta la linea a questo poco gentile vagabondo dei nostri monti. Mi si dice che a Vienna si coltiva una razza di cani per la caccia dell’orso; se ciò è vero procurino i nostri Consorzi Agrari Distrettuali di ritirarne un pajo di soggetti, maschio e femmina, gli affidino ai più bravi nostri cacciatori e ne vedremo l’esito felicissimo.

Non sarebbe mal fatto se si aumentasse anche dalla pubblica autorità la taglia in favore degli uccisori degli orsi, o che ogni comune desse un piccol premio per ogni orso ucciso nel proprio circondario.

Intanto per parte mia ho esposto la cosa come sta, e non mancherò di ritornare in argomento se l’orso mi lascierà vivere; ad altri il fare di più, se veramente amano il benessere di queste valli a spalle delle quali vivono e vestono panni.

Soggetto produttore:“Il Popolo Trentino”, n. 94
Data:16/08/1890
Pseudonimo:Don Coso
Descrizione:Articolo relativo ai problemi legati agli orsi e a possibili soluzioni.