Dalle Giudicarie. Riceviamo copia dei ricordi presentati a S.E. il nuovo sig. r. Luogotenente dai Consorzi agrari distrettuali di Tione, Condino e S. Croce intorno ai particolari bisogni delle Giudicarie e relativi rimedi.

Dopo una calda raccomandazione del Memoriale presentato in Trento a S.E.dai deputati del paese, esposti gli aggravi delle strade, dei dazii, ed in particolare del casatico, si passa a parlare più diffusamente dell’emigrazione nell’ultima parte che stimiamo utile riportare testualmente.

“L’emigrazione invernale ed i prodotti del suolo sono insufficienti alla vita di si numerosa popolazione ed ai crescenti oneri imposti cosicché fu giocoforza per salvarsi dalla miseria e dal proletariato emigrare più lungi e con assenze più diuturne. Eccoci quindi all’Emigrazione americana. Su questo punto preghiamo seria attenzione per parte di Vostra Eccellenza, che in proposito si parano d’innanzi gravi bisogni da pronti rimedi.

L’emigrazione all’America se fu di qualche vantaggio a singoli individui, se anche in generale portò del bene materiale al paese, non fu conforme alle nutrite speranze,numerosi mali ancora si andarono ad incontrare; e tutto perché non si pensò a dirigere in bene della madre patria questo movimento emigratorio ormai impossibile ad arrestarsi. Osserviamo che da noi non si emigra per semplice capriccio, né per desio di mutar aria o di fuggire il giogo di sudditanza ma siemigra solo perché in paese non c’è modo di protrarre la vita più oltre, onestamente. Ma l’emigrante in questa dura necessità, ed in passo si difficile non trova nissun lume, nissunajuto, e nissuna direzione per parte di chi la potrebbe dare efficacemente; solo si trova di fronte forse anche qui adegli affaristi che impinguano di carne.

“Persone tutto carità tentarono anche da noi più volte di segnalare il bisogno di tutelare il povero emigrante, fecero ancora nella loro pochezza alcunché che potesse giovare a tanti nostri fratelli ch’erano costretti a lasciare il tetto natio; ma che ne avvenne? Queste persone sono forse notate a caratteri neri sui libri del merito, e recenti fatti avvenutiin paese fecero capire che loro spettano in compenso di tanta carità solo multe o prigionia.

“L’Eccelsa Dieta, persuasa del bisogno di proteggere ed aiutare l’emigrante venne nella sua ultima tornata nella felice deliberazione di istituire a Trento un ufficio di informazioni pegli emigranti all’America, cosa utile, sebbene ancor poca; ma fino a qui nulla si fece, e anzi sembra non si farà forse nulla per opposizione che si incontra dal Governo.

“A Vienna tempo fa venne pure istituita una Società cattolica chiamata di S. Raffaele con tendenze tutte caritatevoli a proteggere e difendere l’emigrante; questa Società forse stenderà la sua efficacia anche da noi, e si spera che troverà in Vostra Eccellenza appoggio ed aiuto. Da noi, Eccellenza, il bisogno sopra questo rapporto, è più urgente che a Vienna. Sono circa 25 mila i nostri fratelli oltre l’Oceano, il 6% di tutta la popolazione; di questi, 3 mila e più sono giudicariesi, il che fa il 7% di questo popolo attivo sempre ed ingegnoso.

Su questo soggetto dell’emigrazione non va dimenticato altro doloroso incidente. Tra gli emigranti non pochi sono i giovani sotto i 20 anni e moltissimi quelli che hanno passata l’epoca della leva militare.

“Tanti dei primi, quando è l’epoca della coscrizione, lascianol’America ed a tempo opportuno ritornano in paese a disposizione dell’autorità militare; ma per tanti altriciò è impossibile, sia perché l’urgente bisogno delle famiglie perdura, sia perché la grande lontananza e le spese del viaggio reclamanoche l’assenza si protragga ancora un po’ più di quello che si dovrebbe; e quindi avvengono frequentissimi casi che i poveri ragazzi arrivino a casa passato il tempo della leva. Questi pronti si consegnano alle autorità per compiere il loro dovere di sudditi fedeli; ma invece come refrattari o vili disertori sono tosto assoggettati ai più duri rigori della legge o con prolungato servizio Militare o con prigionia, se qualche difetto corporale gli esenta dal servizio. Simili rigori colpiscono ancora gli altri che emigrano eziandio dopo la coscrizione o dopo avere servito anche nell’armata in qualità di soldati o bersaglieri. Se mancano alle chiamate posteriori, non essenziali, gli aspettano severe misure. Questo procedere troppo rigoroso non è certo utile né alle famiglie degli emigrati né allo Stato stesso, perché si finisce col restare in esilio involontario lontani da quella patria, nella quale c’è la sicurezza di essere gravemente puniti, non già per delitti commessi, ma per aver salvato dalla miseria e dalla fame padri cadenti, vedove madri, fratelli e sorelle orfani e derelitti. Le esigenze della milizia essendo inesorabili al presente, per completare il numero si assumono poi tutti gli altri che restano in paese, e di qui il contraccolpo fatale che ne risente l’agricoltura interna, pella quale vengono a mancare numerose forze coltivatrici.”

Soggetto produttore:“Il Popolo Trentino”, n. 99
Data:28/08/1890
Pseudonimo:
Descrizione:Nella parte finale di un memoriale presentato al nuovo Luogotenente imperiale dai presidenti dei Consorzi Agrari di Condino, Tione e Santa Croce, viene tratteggiata la condizione degli emigranti verso il continente americano, nelle sue cause obbligate e nella solitudine di chi parte senza preparazione e sostegno. Si offrono inoltre i numeri dell’emigrazione e si segnala l’eccessivo rigore con cui lo Stato punisce come disertori i giovani che non riescono a rientrare in Patria per sostenere il servizio militare di leva. Viene attribuita a Guetti vista la sua competenza sull’argomento riportata in numerosi scritti e nel saggio statistico del 1888 “Statistica dell'emigrazione americana avvenuta nel Trentino dal 1870 in poi compilata da un curato di campagna”.