Dalla Provincia.

La dichiarazione di Don Guetti e Don Salvadori alla Dieta. – Ecco il testo della dichiarazione, a cui abbiamo accennato nell’ultimo num. mandata da questi due Deputati alla Dieta:

Eccellenza!

Invitati di presentarsi alla dieta del Tirolo che fu testè aperta, i sottoscritti, consultati i loro elettori e prese in disamina le attuali condizioni del paese Trentino, dovettero convincersi, che, stando le cose come stanno, la loro comparsa nella Dieta, quando interessi d’ordine superiore non lo imponessero, non potrebbe tornar profittevole al Collegio, che furono chiamati a rappresentare.

La storia degli ultimi novanta anni sta aperta per insegnare, che le più imperiose esigenze del nostro paese, ed i suoi più provati bisogni non vennero mai compresi dalla Dieta del Tirolo, nè mai trovarono un convenevole apprezzamento.

Dal novembre 1802, in cui la Rappresentanza cittadina di Trento domandava «per la diversità degl’interessi e della lingua l’istituzione di una separata attività provinciale» fino al giorno d’oggi, i rappresentanti del Trentino, fossero essi impiegati dello Stato, ovvero laici o sacerdoti, tutti indistintamente si levarono sempre a chiedere la medesima cosa e furono sempre respinti. – Tanto fecero con irremovibile costanza i conservatori che si presentarono alla Dieta dal 1862 al 1875; tanto fecero i liberali che a quell’epoca professavano la politica dell’astensione, tanto fecero in seguito tutti i Rappresentanti del Trentino fino all’ultima sessione.

Quest’insistenza e quest’accordo così universale non possono avere per base che una necessità indeclinabile. La diversità della lingua, delle costumanze, del clima, dei prodotti, dei commerci, del sistema stesso per cui è regolata e del modo con cui è divisa la proprietà, tutto concorre a segnare la differenza sostanziale e talvolta l’opposizione, che sussiste fra gli interessi delle due parti della provincia. Ed è appunto questa intima diversità delle condizioni quella che non ammettendo un’amministrazione uniforme, quasi da un secolo spinse i rappresentanti del paese, qualunque fosse il partito a cui essi appartenessero, a chiedere l’attuazione di tali provedimenti che rendessero possibile l’mministrare l’una e l’altra parte della Provincia giusta la specifica loro natura.

Il governo stesso in altri tempi intravvide una tale necessità; ripetutamente affermò che qualche cosa dovevasi fare, e ne prese egli stesso l’iniziativa.

Che se parecchie deplorevoli circostanze concorsero a rendere inefficaci quei tentativi, non sarebbe però conforme a giustizia il riversarne la colpa sul nostro paese, e peggio ancora il dannarlo a portarne ulteriormente la pena.

Si badi ai risultati che produsse nel Trentino l’amministrazione dell’ultimo secolo. Le industrie, che appresso di noi fiorivano, sono scomparse senza che altre sorgessero a sostituirle, i comuni una volta ricchi stanno ora schiacciati sotto il peso di enormi passività, ed il paese intero rimasto pressochè estraneo a quel progresso che in altre provincie è oggimai fatto gigante. Queste sono le risultanze, che si derivarono in passato, e che con logica inesorabile continueranno a derivarsi in futuro, quando si voglia durarla a non curare il grido, che spontaneo si leva della natura intima delle nostre condizioni. 

Al governo sono conosciuti i bisogni ed i voti del nostro paese, e noi attendiamo che esso li prenda in seria considerazione, e ci venga incontro con la riforma di tali proposte amministrative, che presentino la possibilità di togliere gli errori del presente sistema, e giovino a ridestare e mettere in azione le energie che ancora esistono in paese, per rialzarlo dall’avvillimento morale, e dalla ruina materiale in cui è caduto.

Tanto si sentivano in dovere di mettere in rilievo i sottoscritti, rispetto alla condizione generale del loro paese. In riguardo poi al fatto concreto di partecipare alla presente sessione Dietale, essi dichiararono che qualora in essa non vengano trattate cose di diretto interesse religioso, solo in compagnia degli altri deputati trentini troverebbero di addossarsi la grave responsabilità di discutere ed eventualmente votare quei dispendiosi disegni che in quest’anno saranno proposti all’assemblea.

Confidando che il presente memoriale sarà ben accolto dall’Eccellenza vostra, col più profondo rispetto si segnano

p. Lorenzo Guetti

p. Giovanni Salvadori

            Questa dichiarazione solleva molto scalpore, viene qualificata dal dep. conte Melchiori, colle parole Dasistimpertinent, ed il dep. Klotz fa perfino la proposta, che fino che non interverranno i deputati italiani alla dieta non possa venir letto alcunchè di italiano ma solo la relativa traduzione.

Soggetto produttore:“La Famiglia Cristiana”, n. 31
Data:14/03/1892
Pseudonimo:
Descrizione:Dichiarazione di don Guetti e di don Giovanni Salvadori agli elettori a chiarimento della condotta astensionista alla Dieta di Innsbruck giustificata dai numerosi tentativi sempre rigettati per ottenere un’autonomia amministrativa per il Trentino.