Dalle rive del Sarca, 8.
Ier l’altro, dopo una giornata abbastanza lusinghiera, si finiva alla sera con una burrasca sui generis: tuoni, vento, pioggia, freddo; ma questo era nulla di fronte all’improvvisata di ieri mattina. Il suono dell’Ave Maria era mesto, anzi i rintocchi della campana del mattino sembravano provenire dal piombo più che dal bronzo sonoro. Ed era? Uno strato spaventoso di neve ricopriva il suolo, e la bianca apparitrice continuava a cadere in giri vorticosi come in pieno gennaio.
Eccettuata la spianata di Campo-Vigo-Dasindo, tutto il resto e delle Giudicarie esteriori e di quelle interiori su su fino all’ultimo Mavignola era sepolto sotto il bianco e pur triste lenzuolo! A 400 metri, 20 cm di neve; a 500, 30 cm; a 700, più di 40 cm!! Però a mezzogiorno cessava di nevicare, e la sera l’aria si fece più mite. La notte passò nuvolosa e stamane il termometro segnava + 3°. R. Alle 8 il sole si svincolò dalle nubi importune, con un calore di maggio lavorò per quattro a sciogliere il freddo involucro, e mentre scrivo tutto e sgombro su su fino all’altezza di 1000 metri! Saremo salvi per intiero come quindici giorni fa? Speriamolo.
I danni della neve non furono così grandi come si temevano. La segala, che aveva gettata la spiga, fu umiliata boccone a terra, ma vedo che si rialza; gli alberi fruttiferi perdettero delle cime, dei rami, delle foglie e dei fiori, ma il più resta ancora intatto; i gelsi sono in ritardo e quindi ne avranno il minor male. Ah ringraziamo ancora una volta il buon Dio che non fummo consumati; grazie a Maria che non volle turbare di troppo i suoi figli che ogni sera corrono numerosi e devoti al suo altare in questo mese a lei dedicato; grazie a S. Giuseppe, che in questo giorno consacrato al suo patrocinio volle consolarci con una protezione quasi miracolosa facendovi passare dalla più cruda ambascia al sorriso della più bella speranza! Se mi leggessero gli spiriti forti, o liberaleschi, sogghignerebbero a questo tono predicatorio; ma so che i lettori della Famiglia sono tutti cristiani sinceri e franchi, e che perciò mi passeranno questo piccolo sfogo di affetti.
Vostro P.p
S.P. g. 6 mattina. Serenata completa; il termometro segna + 4°; ma fortunatamente la brina non comparve. Forse quà e là nei bassi fondi ci sarà qualche po’ di danno; ma di fronte alle minaccie, poco o nulla affatto. Oggi ritornarono le rondini fuggite per la neve; è tutto dire, ma ognuno capirà che l’abbiamo scampata bella anche questa volta. – Scusate la fretta.
Soggetto produttore: | “La Famiglia Cristiana”, n. 54 |
Data: | 11/05/1892 |
Pseudonimo: | P.p. |
Descrizione: | L’articolo riguarda la nevicata del 6 maggio nelle Giudicarie Esteriori e i conseguenti danni all’agricoltura. |