Quadra, 14.
Scrivo ad ore 11 pomeridiane, dopo otto ore di lavoro… non so come dirlo, se di prete, di pompiere od altro.
Oggidì si dava termine alla solita annuale e solenne funzione delle quarant’ore in Bleggio. La ultima ora toccava alla Curazia di Quadra. Tutte le persone capaci di camminare ad ore 2 pom. discendevano alla parocchiale col loro curato. Questi preleggeva l’ora di adorazione finita la quale ascendeva il pergamo il m.r. Padre Leopoldo dei Riformati e chiudeva il solenne triduo con calde ed affettuose parole sulla educazione cristiana della prole. La predica finiva alle tre e mezzo. Indi si avviava la solenne processione di chiusa che dovea finire col Te Deum. Tutti gli uomini erano già usciti di chiesa, quando sul limitare della porta, all’uscita del Clero col Venerabile portato dal m. r. Sig. Paroco, al curato di Quadra che gli stava a destra si affaccia un fumo che s’alza diritto di pochi metri in direzione della sua Curazia. Veder quel fumo ed esclamare egli tosto « brucia Marazzone! » fu un punto. Il curato di Quadra si spoglia tosto della cotta, si precipita in mezzo alla processione, e grida: « fuoco a Marazzone! » e lasciati i confratelli del SS. Sacramento per finire il sacro rito, tutto l’altro popolo corre con lui sul luogo del disastro. Al pensiero che a casa non restavano che i ragazzetti di sette anni, qualche vecchierella e poche madri di famiglia, la scena si presentava orribile. A centinaia, e come si prendesse d’assalto una fortezza, accorre il popolo, ma ahimé! in meno di cinque minuti le fiamme divoratrici avevano investito tutto il paesello coperto a paglia. Dio sa quante vittime quel fuoco divoratore e fulmineo avrà fatto in quel paesello abbandonato! Tutti corrono ansiosi ed affannati. Il curato di Quadra tra le prime file dà coraggio, e in meno di quindici minuti si arriva a quella fornace ardente! Ah Dio! quale spettacolo! Tutto il paesello è un vulcano! Il curato corre alla canonica, e tolto l’olio santo, si mette ovunque a perlustrare temendo trovare vittime numerose. Ma grazie a Dio nulla avvenne di triste. Un infermo già viaticato fu a tempo sottratto da imminente pericolo di morte; una puerpera, di un giorno solo dopo il parto, fuggì dalla casa incendiata col neonato senza soffrire il più piccolo malanno; due altre donne vennero liberate da alcuni coraggiosi animati e preceduti dal loro curato, sicché nissuno perì in circostanze così difficili e disperate. La benedizione col Venerabile data dal m. r. sig. parroco sulla porta della chiesa del Bleggio, e la protezione di Nostra Signora del S. Cuor di Gesù, la cui imagine venne benedetta di recente, ci ottennero in tanta calamità una salvezza insperabile. Il bestiame bovino stesso era quasi tutto chiuso nelle stalle, e la popolazione accorsa in aiuto poté liberarlo tutto; solo una vacca, sopra parto, appena lasciata in libertà, mezzo soffocata dal fumo, venne a perire.
Le famiglie prive di tetto sono 34, le persone 170 scompartite in 25 case. Il danno calcolato in fretta ad occhio e croce ascende a circa 20.000 fiorini, di cui la metà sono assicurati al patrio istituto.
La causa dell’incendio, dai dati confidenziali avuti all’ultima ora, si attribuisce a dei ragazzi che non sorvegliati abusarono di zolfanelli.
Al bagliore delle fiamme per tutta la valle furon suonate le campane a martello, e in meno di un’ora furono sul luogo, oltre alle persone tutte della parocchia, i pompieri di Fiavé, l’i. r. Gendarmeria di Stenico, l’i. r. aggiunto giudiziale sig. Villi con un servo d’ufficio, il medico di Stenico, l’i. r. aggiunto forestale, il sig. cavaliere de Angeli, l’i. r. controllore del censo Pio conte Triangi e servo, sicché niente mancò sul luogo del disastro da parte delle autorità locali. La disciplina degli accorsi a formare buone catene per portare acqua e la prestezza dell’aiuto concorsero a diminuire d’assai anche i guasti al mobilio, sicché ben poco fu il danno sofferto di fronte a quanto si riteneva.
Il chiedere aiuto per questi poveri incendiati, nella molteplicità dei bisogni in cui versa ora il disgraziato nostro Trentino, parrà forse un ardimento, ma se qualche cuore generoso volesse lenire un poco un tanto malore, ben giunto sarà il suo soccorso, ed a quest’uopo venne nominato un comitato per gli incendiati nelle persone seguenti:
D. Lorenzo Guetti curato, presidente. – Luigi Jori segretario comunale. – Luchesa Antonio. – Rocca Gioachino. – Fustini Antonio.
Qualunque offerta, anche piccola e data prontamente sarà accolta con gratitudine, e già in antecipazione si ringraziano i fratelli caritatevoli.
Pel comitato p. L. Guetti
Soggetto produttore: | “La Famiglia Cristiana”, n. 57 |
Data: | 17/05/1893 |
Pseudonimo: | |
Descrizione: | Articolo relativo all’incendio del paese di Marazzone. |