S. Croce26 ottobre. – Avete tutta la ragione di lamentarvi del vostro R., il quale si diligente in passato nel corrispondere mensilmente pel Bollettino, ora si lasciò passare due puntate di seguito senza una linea qualunque; ed anche questa volta appena arriverà in tempo, se il proto non ha altri fastidi per fine mese. Giustificarmi dinnanzi ai lettori sarebbe tempo perduto; quindi sarà meglio rifaccia io il tempo perduto con tenere una chiacchierata più lunga, che valga per tre. Se la pazienza dei lettori verrà meno, mi chiamo tosto colpevole, e, peccato confessato è mezzo perdonato. Dunque comincio.

La stagione agricola qui da noi è quasi agli sgoccioli. Questo tempo bellissimo, con un altezza barometrica mai più veduta durante l’estate, si presta agli ultimissimi lavori, quali sono il raccogliere le foglie dei gelsi e preparare il far letto ai bovini. Il nostro contadino quindi non si lascia passare la propizia occasione e la mattina per tempissimo batte il monte e la sera mette a parte bene stagionato quel ghiotto boccone che sono le foglie di gelso. I bovini continuano a pascolare nei prati rinverditi dopo l’ultime pioggie, e ad eccezione di un po’ di colazione che si acquistano in stalla la mattina prima del pascolo, il resto del cibo se lo devono provvedere da soli dal pascolo durante il giorno; con ciò si ha un bel risparmio di pabulo, che resta riservato pell’inverno.

Le ultime fiere si successero abbastanza benino, e le belle manze e le belle vacche costano ancora numerosi marenghi. Basti dire che il fior fiore della nostra razza rendenese ebbe un premio dai 10 ai 14 marenghi! Che si vuole di più in tanto patatrach commerciale?

Ora siamo ridotti al minimo numero de’ bovini che si possono svernare discretamente, e mercé i surrogati del fieno e della paglia durante la stagione invernale ci potremo preparare numerosi allievi per il futuro; tutti sono persuasi che in primavera, se l’anno verrà propizio, come si spera, il prezzo dei bovini sarà elevatissimo, e perciò si passeranno quindinnanzi al macello ben pochi allievi. Se ciò riuscirà un danno per voi altri cittadini per la vostra deficienza di vitelli da preparare arrosto ed in umido, sarà invece un bel guadagno per noi montanari, usi a cibarci di polenta e formaggio con qualche intercalare di crauti in bajonetta in canna.

Volendo poi fare un ristretto di conti di quest’anno singolarissimo, vi posso dire che, tutto sommato, si temea di peggio. Diffatti, il raccolto del frumento fu forse superiore dell’ordinario; quello del grano turco discreto; la sola deficienza si fa sentire nel fieno ed è tale che fa d’uopo riandare colla memoria diversi lustri indietro per trovare un’eguale. Il prezzo del fieno da noi, per quel po’ che resta disponibile, si calcola 35 soldi il peso, e quello della paglia 25 soldi. – Vedete quindi che per noi non torna conto aver la paglia coi sussidi (?) dietali pagandola di più! A proposito di questo così detto sussidio, per noi alpigiani diventa un bel zero. I pochi fior. 25 mila, di fronte ai 75 mila pei fratelli nordici, vanno tutti a cadere in mano degli abitanti agricoli lungo la linea ferroviaria, e per noi resta il solo desiderio.

Vorrà dire che la benemerita Giunta permanente del Consiglio prov. troverà altro modo di venire in nostro aiuto, almeno coi mangimi concentrati o che so io e quindi mi riservo in penna le osservazioni ad azione di soccorso finita, per non cedere a giudizii intempestivi ed erronei.

Passando di palo in frasca, godo constatarvi il progresso cooperativo che si accentua ogni dì più in queste valli. – Ai magazzini cooperativi di S. Croce e Lomaso si aggiunge ora quello di S. Lorenzo di Banale, e non si dubita che sarà terzo tra cotanto senno. Anche la Cassa rurale di Quadra finalmente ha una secondogenita, ed è quella di Fiavé, di cui già si nominò la Direzione, e tra breve sarà regolarmente inscritta nei pubblici registri. Sento che si voglia tentare qualche cosa di eguale anche in Roncone, e se ciò avverrà, avremo anche qui una bella triplice foriera di ridente avvenire.

Ma… faccio punto perché il procaccino parte, e non vorrei arrivare quando il proto dal suo tripode aristocratico ed in tuono maiestatico pronuncia quella parola, del resto grata al compilatore del Bollettino “per questa volta basta”.

R.

Soggetto produttore:“Bollettino C.P.A.”, anno 1893, 26 ottobre, pp. 300-301
Data:26/10/1893
Pseudonimo:R.
Descrizione:Articolo relativo alle condizioni meteorologiche, al resoconto dei raccolti e dei lavori agricoli, al mercato e al prezzo dei bovini e alla nascita della cooperativa di San Lorenzo in Banale e della Cassa Rurale di Fiavé.