Ponte delle Arche, 15.

Promissio Boni viri est obligatio, quindi ritorno in argomento giusta la parola data.

Il contratto assunto dagli esercenti col delegato dall’i. r. finanza non venne approvato nella sua stilizzazione dall’autorità superiore, perchè fatto per tre anni assolutamente, mentre lo doveva essere di anno in anno, colla possibilità di reciproca disdetta tre mesi prima del compimento dell’anno, e solo quando questa non venisse data, allora si può prolungarlo ad un secondo, eventualmente ad un terzo anno. Sicchè si dovette venire ad un secondo contratto stilizzato in questa forma, e questo girò attorno per tutto il distretto per essere firmato dai relativi contraenti.

Gli inimici del Consorzio e delle Cooperative a proposito Dazio-Consumo hanno dimesso le poco caritatevoli espettorazioni, perchè videro che non tornava loro conto l’inventare calunnie o peggio.

Ad impedire qualche eventuale recidiva, non sarà male riprodurre la risposta che l’i. r. Direzione di finanza diede a questo Consorzio A. D. quando, circa tre mesi, fa innalzava supplica ragionata per avere un ribasso di canone. Ecco il pezzo:

Al Consorzio Agrario Distrettuale in S. Croce.

In esito alla istanza dei 24 settembre 1895, diretta ad ottenere una diminuzione del prezzo fiscale pel dazio consumo sul vino e sulla carne per l’anno 1896 eventualmente pel triennio 1896-98, Le si partecipa che la scrivente, basata sul risultato di accurati rilievi, non potè prendere in considerazione la suddetta sua domanda.

Il prezzo fiscale venne poi tanto poco trovato esagerato, che nel corso dell’ulteriore periodo convenzionale singoli esercenti tentarono fra loro una gara offrendo vistose migliorie oltre il canone convenzionale.

D.r Dallafior.

Dunque è chiaro di chi è la colpa se si ebbe un’aumento invece di una diminuzione: i signori esercenti, i quali quando hanno in mano loro l’appalto, diventano più finanzieri della finanza, e mentre essi tra loro brigano e begano e s’incalzano i prezzi, l’i. r. finanza gode, e nota gli eventuali aumenti pel futuro. Vedano dunque di non ripetere la scena anche questa volta, per non rendere nuovamente vane le premure di chi vorrebbe far loro del bene, e vero bene.

Questo fardello è grave, ma portato equamente, giusta le forze di ognuno, riesce men gravoso; ma se coloro che dovrebbero averne la propria parte vi montano sopra e si fanno portare, va da sè che diventa gravissimo, e minchioni coloro che se lo lasciano imporre senza speranza che venga diminuito in avvenire, perchè il padrone vede la capacità portatoria dei numerosi cirenei.

Credetelo, cari; il prete, anche quando esce di sacristia, non viene per caricarvi di più, ma per aiutarvi a portare la soma ed alleggerirvi il peso.

Cronista.


Soggetto produttore:“La Famiglia Cristiana”, n. 146
Data:18951218
Pseudonimo:Cronista
Descrizione:Articolo riguardante il contratto sull’imposta del “dazio consumo” sulla vendita del vino e della carne e le cause all’origine dell’aumento del prezzo.