Ponte Arche, 26.

Martedì 17 corr. si tenne qui il primo mercato d’animali di quest’anno con un buon concorso di persone e di bovini e conclusione di numerosi contratti. Sul principio del mercato però occorse un gravissimo incidente, che poteva risolversi in una catastrofe, ma che finì soltanto coll’arresto di cinque o sei individui. Il vostro cronista non ci fu presente, e perciò questa volta si deve limitare a narrarvi l’accaduto basandosi in parte su relazioni fattegli da altri.

Dovete dunque sapere che il piazzale, ove si usa tenere il mercato mensile d’animali, era avanti il 1882 proprietà di tutto il distretto di Stenico. Però con documento dei 28 dicembre 1882, archiviato il 1 gennaio 1883 al n.° 2 presso questo lod. I. R. giudizio Distr., ed in seguito a decisione  dell’Ecc. Giunta prov. dei 17 set. 1882 n. 12574, detto piazzale veniva venduto dal Distretto al Comune di Bleggio Inferiore al prezzo di fior. 900 pagabili in quattro rate annuali eguali, ma col patto espresso che « tale suolo servirà per uso mercati e non potrà il Bleggio Inferiore mettere nissuna tassa sul bestiame, nè dissodare il terreno, nè ingomarbrio nei giorni di mercato. Le tasse dei posteggi ed altri generi che venissero condotti sul mercato non dovranno essere maggiori del praticato, cioè il grano con due soldi la soma, per un banchetto di legno lungo tre metri fior. 1 e così degli altri in proporzione». Parole testuali del documento che ho sott’occhio. Dal 1882 al 1894 i patti si osservarono, e non ci furono in proposito lagni di sorta.

Ma l’anno scorso, come mi si narrò, il comune di Bleggio Inferiore, appoggiato a non so quale decreto di autorità superiori, introdusse una tassa per gli animali che venivano condotti al mercato, in ragione di cinque soldi per bovino. Il popolo mormorò subito contro questo nuovo balzello, ma ignorando il documento da me riferito più sopra, non andò più in là; i comuni o gli uomini dei nostri comuni, che doveano sapere del documento fatto e dei patti stipulati, e avrebbero dovuto farsi innanzi e impedire questa ingiusta imposizione, tacquero; solo pare che il capo dell’azienda distrettuale avesse promesso di interessarsi presso l’autorità competenti perchè fosse levato l’abuso, per cui si sperava che nel 1896 la tassa non sarebbe stata più riscossa.

I comuni interessati non si fecero però vivi se non quando capitò il primo mercato di quest’anno, all’apertura del quale c’erano là le scolte comunali del Bleggio inferiore a pretendere la tassa. Non essendo detto ufficio di tassazione e di incasso regolare, ne venne che tra i primi capitati parte pagarono protestando, parte entrarono nello steccato senza pagare, e parte si fermarono fuori in attesa di veder persona che sapesse dare spiegazione. Ma di mano in mano che la gente arrivava, le proteste aumentavano, e il vocio si faceva sempre più forte; chi gridava che non si doveva pagare, perchè la tassa era ingiusta; chi spinte e non sponte pagava e andava innanzi; e fra il sussurro crescente i bovini s’impennavano… Allora quelli delle tasse chiamarono in aiuto l’unico gendarme che stava là a controllare le bollette di sanità; mentre intanto chi era di dietro gridava: avanti, e chi percoteva i bovini che ricalcitravano, e qualche legnata andò a cadere in fallo sugli uomini invece che sulle bestie. Il gendarme presentò la baionetta al primo che tentava di penetrare nel recinto senza sborsare la tassa, e stante l’indole pacifica del nostro popolo, si finì per pagare e tirare innanzi. Ma avvisati per telegrafo arrivarono poscia altri gendarmi; si fecero alcuni arresti sul luogo, ed altri durante la notte, e parecchi poveri diavoli, ritenuti rei di sedizione o di che so io, furono messi in domo Petri, ove stettero quasi tutti per 8 giorni continui.

I rei e giudicati caporioni della rivolta (?!) ora sono a piede libero, ed il popolo è curioso di vedere come andrà a finire questa faccenda; e forse, e non spera in vano, pel prossimo mercato sarà tolta la causa di tutto il male e sarà levata l’indebita ed illegale tassa. Questo Consorzio A. D., appena venne a cognizione di questo affare spiacentissimo, si diede premura di mettere le cose a posto, ed è a sperarsi che l’opera sua, sia presso la Giunta prov. sia altrove, porterà i desiderati effetti. Ora che è noto a tutti il documento di compra vendita del suolo pel mercato e la condizione espressavi chiaramente che proibisce di metter tasse sopra gli animali, appare a tutti l’ingiustizia della tassa, non solo, ma anche la poco bella figura fatta da chi avrebbe pur dovuto sapere da che parte stava il torto e da quale la ragione.

X.

Soggetto produttore:“La Famiglia Cristiana”, n. 36
Data:30/03/1896
Pseudonimo:X.
Descrizione:Articolo relativo alle proteste e agli arresti causati dall’imposizione di una nuova tassa per accedere al mercato d’animali tenuto a Ponte Arche il 17 marzo 1896.