Giudicarie, 18.
In questi giorni ripassando lo schizzo della linea tracciata pel progetto del tram Riva-Durone-Pinzolo, mi convinsi pur io aver ragione il vostro corrispondente delle Giudicarie esteriori P. (vedi Famiglia Cristiana dei 29 magg. N.° 60), chiamandola una ferrovia per dilettanti non per bisognosi. Ed ecco le impressioni che ebbi da un po’ di esame di quello schizzo.
La linea, passato Ballino, entra nell’amenissimo anfiteatro delle Giudicarie esteriori, che dal Capitello di Ballino vi si presenta in tutta la sua imponenza e maestà. Di là voi scorrete coll’occhio attorno attorno, e vedete il piano e le colline ingemmate di paeselli in numero di oltre 40, popolati da più di 12 mila abitanti. Quivi si diramano due strade carreggiabili: una per Cavrasto e Bleggio e quindi su al Durone (nel quale valico si aveva l’unica via carreggiabile in antico e di conseguenza la sola comunicazione delle Giudicarie Interiori colle Esteriori, via già segnata nell’antica storia per molteplici fazioni militari); l’altra discende alla torbiera di Fiavè ed attraversando i paeselli del Lomaso, Fiavè, Stumiaga, Dasindo, Campo, va al centro della Valle, al Ponte delle Arche e di là al Banale, proseguendo per Molveno e Val di Non. Alle Arche poi si allaccia collo stradone erariale Tione-Trento.
Ora una ferrovia, che toccasse questo centro, si presenta non solo la più naturale, ma la più vantaggiosa ai bisogni locali e di tutto il distretto. Di più da Ballino, sempre per adesione, potrebbe benissimo discendere da Fiavè alle Arche e quivi pello stradone continuare per Tione ecc.; e se in futuro volesse proseguire con diramazione per Banale e Val di Non, niente di meglio, e senza bisogno di venire alle ferrovie dentate ed in cima ai monti.
Ma invece la linea progettata, e sostenuta fin qui come l’unica possibile, dalle alture di Ballino si volge a sera toccando l’estremo lembo dell’altipiano di Fiavè, per divenire tosto dentata fino al fondo del torrente Duina e poi prendere la rapida ascesa del Durone passando tra Balbido-Cavasto-Rango-Quadra, e discendere ancor più rapida fino a Zuclo-Bolbeno-Tione. Linea brevissima per vero, ma pressoché inservibile pelle Giudicarie esteriori, i cui abitanti, come giustamente diceva il vostro P., in massima parte non sentiranno neppure il fischio o ne vedranno il fumo mercè le lenti di un cannocchiale. Una linea dunque che non va a cercare il popolo, ma che deve essere da questo cercata, è giusta i principii in voga tutt’altro che democratica e proficua al comune dei mortali; perciò è linea pei dilettanti, ripeto anch’io, non per i bisognosi. Per contentare, quindi, tanto bisognosi che i dilettanti, e perciò tutti, senza seguire le idee del corrispondente P. che vorrebbe che la ferrovia venisse dalle Sarche, lasciandola venire anche a Ballino, essa dovrebbe discendere alle Arche e non già ascendere al Durone. Questa via di mezzo la mi sembra proprio la via aurea, e non capisco come non sia mai stata presa in considerazione in passato. Dunque Riva, Ballino, Ponte delle Arche, Pinzolo: ecco la mia idea non solo ma di quasi tutti i miei convalligiani.
S.
Soggetto produttore: | “La Famiglia Cristiana”, n. 69 |
Data: | 19/06/1896 |
Pseudonimo: | S. |
Descrizione: | Vi si discutono i due tracciati alternativi per collegare Riva con Pinzolo, attraverso il Durone o attraverso Ponte Arche, opzione a cui va la preferenza dell’autore. L’articolo viene inserito nella categoria dubbi poiché nonostante lo stile dello scritto e l’argomento siano pertinenti alla penna guettiana, l’autore si pone in dialogo con altra corrispondenza siglata P. (pseudonimo guettiano) di data 29 maggio 1896, confermando alcune idee ivi sostenute e modificandone altre. Questo sembra essere indizio che si tratti di un altro corrispondente. |