(NOSTRA CORRISPONDENZA PARTICOLARE)
Vienna, 12.
Oggi v’è riposo parlamentare; e mi resta un po’ di tempo per scrivervi due righe di cronaca retrospettiva.
Quello che previdi, s’avverò. Ai tuoni successe la grandinata.
Nel tafferuglio del 7 maggio tra le spinte e i pugni, s’udirono parole da taverna reciproche. Il deputato Wolf, un irredentista pangermanico, bravo scolaro di Schoenerer, mandò il cartello di sfida a quattro deputati; tre declinarono di battersi, ma il giovine czeco Horica, perché ufficiale, accettò la sfida; si batterono e ritornarono entrambi il dì seguente in parlamento col braccio al collo, fasciati colle bende antisettiche così da lasciare un odore da ambulatorio chirurgico in tutti i molteplici luoghi del parlamento, ove passavano, o dimoravano per poco quegli onorevolissimi feriti. E continueremo a deliziare l’odorato per quindici giorni almeno, dacchè dicesi che le loro ferite non saranno guaribili sì presto.
Il ministero uscì dalla lotta sulla proposta d’urgenza vittorioso per 40 voti, contando l’ordine del giorno degli italiani, dei deputati del grande possesso, che pure era al governo favorevole, sarebbero cento i voti di maggioranza, per cui Badeni potrà ancora tirare innanzi sicuro.
Finita la grande votazione, per dare agio ai bollori dei battuti di calmarsi, venne data la parola al deputato della Curia di Gorizia, il D. Gregorcic professore in quel Seminario del partito slavo.
Questi parlò due ore, richiamato più volte all’ordine dal presidente, contradetto ripetutamente dai nostri colleghi Italiani del Litorale, e finalmente si vide tolta la parola.
Il giorno dopo per conto del Governo, rispose Badeni, ed in conclusione giustificò il Governo, dando colpa agli slavi dei disordini e se parte di questi avvennero anche per opera di italiani, si fu per semplice provocazione degli avversari.
Domani risponderanno a Gregorcic e compagnia, i nostri italiani e vi assicuro che risponderanno nobilmente e giustamente e non si abbasseranno a seguire gli avversari sopra la loro via.
Per finire! Schönerer coi suoi quattro colleghi irredentisti, tra cui Wolf, lo sfidatore, domenica si portarono a Dresda, per un’unione cogli altri colleghi della Pangermania. Questi ne dissero di cotte e di crude a spalle del Governo austriaco in modo che la polizia di Prussia dovette chiudere l’unione.
Ieri ritornarono ad occupare i loro scanni, come se nulla fosse accaduto. Or supponete caso: che qualcuno dei deputati Trentini e del Litorale, fosse andato a Brescia on in altro luogo, a fare un po’ di discorso irredentista. Che cosa ne sarebbe venuto!
Tutti i deputati dei partiti, polacco, czeco, ruteno, liberale progressista tedesco, tedesco popolare, tedesco cattolico, antisemita e perfino quello dei socialisti democratici, avrebbero mosso cielo e terra per gridare al crimenlese.
Qui fa un freddo invernale, veramente da settentrione vedovo sito.
T.
Soggetto produttore: | “La Lega Lombarda”, n. 130 |
Data: | 15-16/05/1897 |
Pseudonimo: | T. |
Descrizione: | Articolo relativo ad alcune vicende parlamentari austriache. Lo scritto risulta polemico nei confronti del trattamento riservato agli italiani rispetto ad altre nazionalità. |