28 Ottobre.

            Quando v’ho detto che siamo al solito ritornello di sedute e tumulti, di ostruzione a forza di appelli nominali e di discorsi omnibus che non concludono a nulla, v’ho segnato l’azione parlamentare dell’ultima mia corrispondenza a tutto oggidì.

            Una cosa che si aspettava, si verificò, ed è la rinunzia al posto di presidente della Camera fatta dal Dr. Kathrein. Era un presidente buono, equo, imparziale, ma non accomodava perciò alla destra neppure al conte Badeni; egli piuttosto che legar l’asino ove voleva il padrone, rinunciò alle gioie presidiali. Intanto si supplisce coi vice-presidenti, tutto oro puro di destra e di Badeni, e sotto il loro direttorio ne vedremo ancora di più marchiane.

            Intanto ierdì a bruciapelo ci venne innanzi la proposta del capo della destra Javroski, polacco, di tenere seduta oggidì di giorno e di notte per trattare in prima lettura la grossa faccenda del compromesso coll’Ungheria, ossia di prolungare lo statu quo ancora per un’anno.

            Oggi dunque doppia battaglia diurna e notturna e non garantisco per nulla se tutti gli onorevoli andranno alle loro case nelle prossime feste d’Ognissanti colla faccia sana. Già ierisera nel retroscena si ebbero degli indizii poco rassicuranti. Lueger capo dei cristiani sociali e Türk della frazione scöneriana se ne dissero di crude e di cotte e facevano tale bordello, che il sussurro disturbava la votazione nominale entro l’aula parlamentare.

            In tutta questa baraonda come navicella in mezzo ai marosi, leggera per la sua mole, si dibatte il Club Italiano. Fin qui egli potè trovarsi in equilibrio con bravura senza urtare negli scogli nè di Scilla nè di Cariddi. Ier l’altro, non potendo, per l’improvvisa chiusura della discussione, presentarono un proprio ordine del giorno come di solito, ordini del giorno che la sinistra chiama all’acqua di zucchero (Zucherwasser) per non star nè di quà, di là, durante la votazione sull’atto di accusa del Ministero per i fatti di Egher, si astenne dal voto ed abbandonò l’aula.

            Fece impressione il vuoto dei 19 scanni nel mezzo della Camera, ed in causa di tale astensione il Ministero uscì vittorioso per 27 voti! Se avesse votato contro il Ministero, sarebbe restato egualmente in piedi perchè la Destra si trovava in maggioranza di 10 voti.

Pochini per altri ministri, ma sufficienti per far stare in piedi ancora un Ministero austriaco.

            La posizione del nostro Club se è difficile, può in qualche caso dar il tracollo alla bilancia, e forse non sarà lontana l’occasione e potrebbe avvenire nella prossima votazione sulla quistione delle lingue.

Il gruppo dei cattolici-tedeschi, capitanato dal Dipauli, pare si stacchi in questa questione dalla destra portando una deliberazione propria. In questo caso la destra diminuendosi di trenta voti, diverrebbe minoranza con un deficit di 10 voti, ammesso che il Club italiano passi col di Pauli alla sinistra; se poi egli volesse votare colla destra, questa resterebbe ancora in maggioranza per 9 voti;

            Sono probabilità però nebulose sotto il cielo di questi nordici paesi; considerata però la furberia del barone di Pauli e la sua completa avversione agli italiani, sarà assai difficile che dia al loro Club un’occasione di decidere sulle sorti parlamentari, a meno che non si avveri il detto scritturalesalutem ex inimicisnostris.

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            Con più buon effetto invece sedette in questi dì a Vienna nella sala della Dieta il primo Congresso delle Casse rurali austriache a sistema Raiffeisen. Scopo di questo era di formare nella Capitale austriaca un centro di tutte le federazioni e relativi consorzii raiffeisani sparsi nelle varie provincie della Cisleitania.

            L’assemblea veniva onorata anche da sua Ecc. il Ministro dell’agricoltura conte Ledebur, il quale assicurò i presenti che aiuterà come aiutò ancora tali istituti chiamati con efficacia a promuovere il benessere del popolo. Vennero nei due giorni che durò il Congresso presi molteplici deliberati e specialmente quello di ottenere la concessione per le Casse rurali di una garanzia pupillare per i depositi ivi fatti, ed il permesso che vi possono divenir soci anche i Comuni col consenso delle Giunte provinciali, affinchè le dette Casse rurali sieno in grado di fungere da cassiere e ricevitori comunali, disfacendo un po’ alla volta le poco giuste e utili agenzie a mezzo dei soliti ricevitori comunali, i quali finiscono per lo più a mandare alla malora sè ed i Comuni. A questo Congresso rappresentava i sodalizii alla Raiffeisen esistenti nel trentino il M. R. Don Lorenzo Guetti, deputato al Parlamento viennese e presidente della Federazione delle Casse rurali e Sodalizii cooperativi della parte italiana della Provincia tirolese, e il M. R. Don Adamo Zanetti, deputato al Parlamento rappresentante le Casse rurali di Fiumicello e consorzi della Provincia di Gorizia.

            Con ciò faccio punto ed arrivederci dopo le feste d’Ognissanti, se piacerà al buon Dio.

Soggetto produttore:“La Lega Lombarda”, n. 291, anno 1897, 30/31 ottobre
Data:30-31/10/1897
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Descrizione:Articolo di cronaca parlamentare in cui si analizza l’agire e la posizione del Club italiano nelle varie questioni. Nella seconda parte si riferisce riguardo al primo congresso delle casse rurali austriache a sistema Raiffeisen tenuto a Vienna alla presenza del ministro dell’agricoltura Ledebur. Viene attribuito a Guetti per la consequenzialità con le altre corrispondenze siglate T. o Tridentino.