(NOSTRA CORRISPONDENZA)

Vienna, 28.

Avrete creduto forse che il vostro corrispondente sia restato vittima o dei tumulti parlamentari o delle sommosse di piazza, delle quali fu spettacolo continuo di giorno e di notte questa capitale; ma questa mia vi assicurerà del contrario; egli vive, è sano e non ha voglia di mettersi in mezzo a questo universale pandemonio.

Se non vi scrisse prima è perché difficilmente si trova modo per descrivere gli avvenimenti di nuovo conio che vanno succedendo in questo parlamento, degenerato nella più triviale delle bettole di un sobborgo qualunque.

A calmare poi l’ira germanica venne il cambiamento votato per tranello dalla destra parlamentare, col quale si dava alla presidenza poteri ad libidum di escludere i deputati da tre sedute, fino ad un mese e perfino di adoperare la forza per allontanarli dall’aula.

E la forza dei poliziotti venne due volte a sconsacrare l’aula delle leggi ed a ridurre il deputato ad un individuo qualsiasi, capace di essere percosso dalle daghe, legato dalle manette e rinchiuso in un carcere comune agli assassini.

Conseguenza di tutto ciò si è che le due sedute di ieri e ierl’altro non si poterono tenere per i tumulti e per le proteste, ed oggidì un decreto ministeriale dichiara addirittura chiuso il parlamento a tempo indeterminato!

Che cosa ora si farà? I tumulti parlamentari scesero oggi alla piazza e dapertutto in Vienna girano pellottoni di guardie di polizia, compagnie di ussari a cavallo colla spada sguainata, cacciando la folla di quà e di là, che va gridando abbasso il ministero via Badeni.

Le grida di « viva la rivoluzione » che partirono dai socialisti nella Camera, si vanno ripetendo dalla folla, e non si sa come la andrà a finire.

L’imperatore ritornò ier sera in tutta fretta da una sua villa, ove era andato a riposarsi in seno a’ suoi famigliari, ed alla stazione e poi alla corte da un’orgia di studentesca rabbiosa veniva salutato col «via Badeni ».

Il dirvi che è un quarto d’ora critico assai per la corona e poi ministero, è dirvi poco: vorrei dirla un’ora questa assai critica per l’Austria stessa.

E noi Italiani come stiamo in questi momenti?

Tranquilli per conto nostro, ma non impassibili. Le piazzaiolate della sinistra non le possiamo lodare, e neppure possiamo essere indifferenti agli atti tirannici della destra.

Bollando gli uni e gli altri di mal fare, noi stiamo qui spettatori di questa lotta immane e dolorosa, colla coscienza pura di non averne parte e colla speranza che tra i litiganti il terzo goda od almeno non abbia a soffrire di più di quello che sofferse in passato.

Se è chiuso il parlamento, restano però aperte le delegazioni e queste si chiuderanno la settimana ventura; per il 4 dicembre ad ore 17 sono invitati i delegati al pranzo solito di corte; non so però con quale appettito verrà esso mangiato se Vienna continua come adesso in questo movimento febbrile che sa di 48.

Se sopravivremo, scriverò ancora; arrivederci dunque.

Soggetto produttore:“La Lega Lombarda”, n. 321
Data:30/11-01/12/1897
Pseudonimo:
Descrizione:Articolo relativo alla chiusura del Parlamento causata dai soprusi della destra e dai tumulti rivoluzionari della sinistra. Viene attribuito a Guetti per la consequenzialità con le altre corrispondenze siglate T. o Tridentino.