1. “Punto 13”: parere chiesto alla Giunta provinciale su una mozione dei Consorzi cooperativi perché sia impartito ai Comuni il permesso di aggregarsi quali soci alle Casse rurali esistenti nel loro circondario.

2. “Punto 14”: eventuali proposte.

13. Parere chiesto alla Giunta provinciale su una mozione dei Consorzi cooperativi perché sia impartito ai Comuni il permesso di aggregarsi quali soci alle Casse rurali esistenti nel loro circondario.

            Riferisce l’on. Don Guetti.

            Ognuno di noi che sia un po’ addentro negli affari comunali dei nostri paesi di montagna conosce per esperienza quanto sia interessante la carica di ricevitore comunale. Da esso più e più volte dipende niente meno che la vita o la morte di un Comune. In tanti casi avvenne che un ricevitore comunale di poca coscienza ed abilità recò la morte a sé stesso e al proprio comune; intendesi bene la morte amministrativa.

            V’ha poi il caso che per lo più il ricevitore comunale è un’appendice della deputazione comunale e quindi il ricevitore comunale è persona addetta alla deputazione per servirle di copertela in tante sopraffazioni e irregolarità amministrative.

            La Eccelsa Giunta fu più volte essa stessa persuasa dallo sperpero venuto nei beni comunali a cagione delle loro cattive amministrazioni, causate appunto da questo connubio delle deputazioni col ricevitore comunale e ne venne ch’essa volle cambiare modo di amministrazione ingiungendo che si facciano i cassieri comunali e non già i ricevitori comunali.

            Di fronte a questa nuova disposizione però l’Eccelsa Giunta in tantissimi casi dovette ancora soprassedere, e tollerare le solite ricevitorie per tanti casi dannosissime.

            I Comuni però meglio diretti spazzarono via le vecchie ricevitorie e da sé stessi nominarono cassieri comunali ed ove era facilità, il cassiere divenne la prossima Banca Cooperativa, giacché altre istituzioni economiche non riescono in paese.

            Quando la divina Provvidenza fece nascere anche da noi le Casse rurali ecco subito l’idea di affidare alle medesime l’incarico degli incassi e pagamenti comunali alla Cassa rurale nata nel paese, come ad un’Istituzione chiamata appositamente a farlo con vantaggio reciproco, ma assai più utile per parte del Comune.

            L’utilità che un Comune ottiene dall’affidare le mansioni di cassiere alle Casse rurali del Trentino è di totale evidenza che per il solo Comune lasciando l’utilità dei censiti si ha un risparmio annuo di almeno 200 fiorini.

            Ma a realizzare quest’utilissima trasformazione amministrativa, ecco opporsi non si sa perché, l’Eccelsa Giunta provinciale e di qui il ricorso in parola alla Federazione.

            Chiesto di parere il Consiglio, il relatore propone che a pieni voti sia accettata la proposta della Federazione e che ove esiste una Cassa rurale, sia imposto ai Comuni di dare alla medesima l’ufficio di cassiere, essendo questo l’unico modo di migliorare le sorti di tanti Comuni, che sieno suscettibili ancora di migliorazione.

            La proposta viene infatti accolta ad unanimità di voti.

            14. Eventuali proposte.

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Si segnala un intervento di don Guetti che propone che i due impiegati dell’Amministrazione del Consiglio Provinciale d’Agricoltura e dell’Agenzia Agraria possano occuparsi anche del servizio di cassa del Banco di S. Vigilio. La proposta viene accolta.

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Soggetto produttore:“Bollettino C.P.A.”, anno 1898, 28 febbraio, pp. 64-65
Data:28/02/1898
Pseudonimo:
Descrizione:Due i punti all’ordine del giorno della sessione della Giunta permanente riportati in stralcio: il parere su una mozione dei consorzi cooperativi perché sia impartito ai comuni il permesso di aggregarsi quali soci delle Casse rurali esistenti nel loro circondario; la proposta che i due impiegati dell’Agenzia si occupino anche del servizio di cassa del Banco di San Vigilio.