Giudicarie, 23 dicembre
Redattore carissimo, – Stavolta si tratta di affari seri e grossi: Siamo in piena rivoluzione! Speriamo che l’affare finirà in bene, ma il vostro corrispondente non deve certo tacere un fatto che interessa pure tutto il Trentino e più ancora. Avrete letto nella Gazzetta di Trento dei 17 corr. quella brutta corrispondenza da Innsbruck; e se non lo avete fatto, ve ne dirò io il contenuto poco grazioso. La Giunta provinciale a datare dal 1. gennaio 1885 esclude tutto il distretto giudiziario di Stenico, meno il paese di Stenico, dalla società provinciale d’assicurazione!! Ma e perché? I perché sono infilati un dopo l’altro in quella corrispondenza, e peggio nel decreto pervenuto ad ogni singolo Comune, da escludersi, e sono: 1° perché l’istituto dalla sua fondazione ad oggi dovette pagare per gli incendii successi in questo distretto oltre il mezzo milione di fiorini, mentre ne incassò con le collette incendii solo f. 118.000; 2° perché i paesi sono male costruiti; 3° perché anche al presente sonvi grandi difetti di costruzione; 4° perché molti paesi sono ancora coperti a paglia; 5° perché c’è mancanza d’acqua e dei necessarii requisiti da spegnere il fuoco nonché di guardie notturne; 6° perché è posta intieramente in non cale la rigorosa periodica visita del fuoco.
Visto quindi il $ 9 degli statuti la Giunta provinciale quale rappresentante legale degli Istituti patrii d’assicurazione contro i danni d’incendio, conchiuse di escludere tutti i paesi del distretto dall’assicurazione tanto pe’ fabbricati quanto pei mobili; coll’osservazione che non saranno più accettati in detta società se non si sarà provato di aver corrisposto alle prescrizioni dei $$ 4, 5, 14 e 16 del regolamento di polizia sugli incendii dei 28 novembre 1881. Solo il paese di Stenico anche qui resta privilegiato e perciò ancora facente parte della Società perché… La Gazzetta dice perché ha un corpo di pompieri regolare!
In seguito a questo decreto d’esclusione, o, meglio, assieme a questo pervenne pure ad ogni singolo Comune un plico di dichiarazioni da intimare ad ogni ditta assicurata, con una lista d’intimazione ove raccogliere le firme regolari con le quali s’accettino senz’altro le disposizioni giuntali. Il servo comunale è già in giro con questi scartafacci di casa in casa, ma nissuno accetta la dichiarazione né pone la firma, eccettuata qualche eccezione che anche qui conferma la regola; né questo è caso combinato, tutt’altro; il povero servo deve gettar là le carte a chi s’aspettano e darsi a gambe con la sua lista netta, ché altrimenti queste donne uomini verrebbero a delle cattive carezze. Ci vuole tutta la nostra autorità poco meno che curaziale per impedire scene da carnovale. Le frasi poi che escono da queste bocche femminine in tutto stile lombardo non starebbero male sulle “Forche Caudine”.
Tutti i comunisti sono in moto, il nostro Consorzio agrario distrettuale pregato prese l’iniziativa per allontanare l’enorme danno che sta per piombare al 1° dell’anno sulle spalle troppo curve di questi poveri contadini. Ci riusciranno? Speriamolo; perché la giustizia c’è, e, tolte le misintelligenze e le tristi prevenzioni, che pare dominino in alto sul conto nostro, la giustizia, dico, si farà vedere più bella dopo la burrasca. Non si può negare che i nostri comuni e, parlando più giusto, le nostre Rappresentanze comunali sieno negligenti specialmente nel provvedere tanti attrezzi per l’estinzione degli incendii, e nell’istituire regolari corpi di pompieri; ma se questa negligenza c’è nelle Rappresentanze comunali si dovrà colpirne i censiti tutti? E’qui che la mi sembra troppo grossa e non la posso inghiottire.
Tra i perché dell’esclusione c’è quello della cattiva costruzione di questi paesi, e che alcuni sono ancora coperti a paglia. Ma questo tanto già se lo sapeva quando si accettarono nel contratto di assicurazione, e appunto perché se lo sapeva si venne ad un contratto eccezionale già previsto negli Statuti, in forza del quale si fecero pagare ben più di quello che portava la più alta classe di assicurazione. – Dopo d’allora non successe nissun deterioramento ma sempre si andò migliorando, sicché tutti i paesi incendiati una volta si copersero a coppi con molte altre migliorie. E quelli coperti anche al presente a paglia saranno incorsi in un crimen laesae per questo solo? In prima: non c’è la condizione di rifare il coperto; a far questo ci vorrebbe più di due terzi di quanto vale presentemente la casa; poi: questi paesi non percepirono un soldo del mezzo milione distribuito nel distretto, anzi pagarono sempre e regolarmente le loro collette; terzo: la vigilanza e la custodia del fuoco non manca perché da 100 a 200 anni sono là ancora illesi dal fuoco….. ed ora si dovranno escludere senza la minima loro colpa? Pazienza che nel decreto fulminatoci fossero compresi i paesi incendiati una volta, passi, ma che lo sia anche quello che fin qui non portò altro che utile alla società e pel quale il danno è di là da venire si che potremo morir tutti noi ed i nostri nipoti pria di vederli incendiati, no questa neppure non la mi entra. Ma si ripete: E’ perché il Comune non ha le guardie notturne, non ha i pompieri. Benissimo, cioé: malissimo! ma di chi la colpa? dei poveri amministrati proprio tutta? Vi pare? Ai rappresentanti comunali non comandano i censiti sibbene le autorità superiori quali sono i Capitanati distrettuali e la Giunta provinciale. A chi toccherà chiamare all’ordine i Capi-comuni? Se si tratta di fiere, di emigrazioni, di scuole ammodernate e simili cose che toccano più davvicino le casse erariali, oh state certi che i mezzi di far stare a filo di legge le Rappresentanze comunali ci sono e le multe fioccano come la neve adesso, ma e perché non fare anche qui lo stesso? I Comuni sono autonomi, dirassi. Carina questa autonomia! Autonomi nello squartare le borse dei poveri censiti; ma non già quella dello Stato. E sta bene ché il minore deve servire il maggiore, ma parerebbe che starebbe molto bene ancora che il maggiore comandasse al minore, e qui ne sarebbe il caso. Prima di venire ad escludere affatto tutto un distretto dall’assicurazione non sarebbe stato male chiamare all’ordine tutte le rappresentanze con grosse multe, e con termine perentorio intimare l’osservanza dei $$ del regolamento di polizia, minacciando quindi l’esclusione; si sarebbero ottenuti dei buoni effetti e non si avrebbe veduto questo che è uno tra i brutti. Il popolo, vedete, non va dietro a tante cose; ma conchiude subito: “Questa è un’ ingiustizia che ci viene da Innsbruck”, dice lui; Innsbruck e Governo per il popolo sono sinonimi. – Quindi con questi atti fulminanti l’amore a Casa d’Austria se ne va. – Non è certo questo che vuole la Giunta.
Ma questa decisione della Giunta Provinciale, a stare al comunicato da Innsbruck alla Gazzetta di Trento, ha un lato brutto, forse peggiore che non sembri a prima vista, e per chi non abita questi paesi. Cioè: non vorrei che detto decreto d’esclusione fosse effetto di misintelligenze, e, per parlar più chiaro, di delazioni calunniose a spalle di questa valle mille volte disgraziata. Qui in fatto si legge: “Nel distretto di Stenico la cosa era giunta ad un estremo; gli incendi vi sono non solo frequenti ma anche di non insignificanti dimensioni, incendiandosi di regola intieri villaggi. Questo è altresì indizio di poca cura di spegnerli. Nell’ultimo incendio di Rango (Bleggio) si vuole perfino aver veduto individui che sebbene più a parole che a fatti attraversavano ai bravi pompieri di Stenico l’opera d’estinzione. Se ciò si avverasse ci sarebbe anche da sospettare sull’origine vera dell’incendio. – E’ cosa dolorosa leggere sulla Gazzetta si nere insinuazioni in un comunicato che ha tutto l’aspetto di essere uscito dalla segreteria della Giunta Provinciale; giacché porta ad verbum il famoso decreto d’esclusione che poscia pervenne ai Comuni di qui. – Colui che scriveva da Innsbruck alla Gazzetta non era certo presente a Borgo durante l’incendio; ma chi fu presente da principio fino alla fine, e che operò alla testa dei pompieri di Bleggio, ben più dei bravi pompieri di Stenico può dire senza tema di essere smentito, che ciò è mera calunnia. Un fatto così scandaloso non sarebbe stato lasciato senza castigo dalla nostra solerte e vigilante Gendarmeria, che tutta era sul luogo pria e dopo la presenza dei pompieri di Stenico. Non vorrei, dico, che simili delazioni avessero data l’ultima spinta a dettare l’infausto decreto d’esclusione. – Veda in questo caso quale enorme responsabilità pesi sulle spalle di simili delatori, che per meritare forse una lode od un posto, sacrificarono gli interessi vitali di migliaia di persone.
Dunque? Le nostre rappresentanze comunali si diano a tutt’uomo ad ottemperare al disposto dei $$ 4, 5, 7, 14 e 16 del regolamento sugli incendii, e le superiori autorità sieno rigorose in questo punto, e la eccelsa Giunta provinciale ritiri intanto e tosto il fatalissimo decreto che porta la disperazione in un popolo innocente, e che suscita delle gravi conseguenze specialmente negli affari ipotecarii. Moltissime sono le case ipotecate anche presso corpi morali ed ipotecate colla condizione che sieno assicurate al patrio istituto, moltissime le affittanze a questi patti; ora non potendolo più essere col 1° gennaio 1885 quale disordine e guazzabuglio! E’ vero, ci saranno altri Istituti d’assicurazione che in caso di estremo verranno in nostro aiuto, ma allora quello provinciale sarà ancora patrio?
Termino coll’augurare felice anno a voi, agli amici, a tutti i lettori della Voce, ma questi preghino Iddio che tale sia pure per questi poveri disgraziati miei valligiani ed anche un poco pel
Vostro R.
Soggetto produttore: | “La Voce Cattolica”, n. 150 |
Data: | 30/12/1884 |
Pseudonimo: | R. |
Descrizione: | Articolo in cui don Guetti protesta per l'esclusione dei paesi del distretto di Stenico, tranne Stenico stesso, dall'istituto provinciale di assicurazione contro gli incendi in seguito all'incendio scoppiato a Rango il 18 novembre 1884. |