Giudicarie, 12 dicembre
Carissimo Redattore, – Bravissimo il nostro Pindaro con la sua volata e beccata dei 4 corr. Così mi piace; parlare di noi e per noi e non già per quei del Tonchino o del Congo. Avanti dunque francamente, coraggiosamente e senza mezzi termini colla bandiera intieramente spiegata di Gesù Cristo in faccia ai popoli ed in faccia ai loro governi. Precisamente così; non dubitate ci saremo tutti con voi eccettuate le solite e magari onorevoli eccezioni che confermano la regola.
– Ai 13 maggio 1884 N. 58 anche il Raccoglitore di Rovereto, in una occasione che non dimenticherò mai finchè respiro aure giudicariesi, scriveva queste precise parole: È tempo finalmente di aprire gli occhi, di dare un’ addio all’êra delle titubanze e delle mezze misure ecc. Dunque avanti così, il nostro comune avversario non potrà averne a male; desidererei solo che le lettere Pindariche venissero stampate in carattere più grande perché lo meritano e poi saranno lette più volentieri e meglio intese. Essendo dirette specialmente al clero, se tra questo vi sono di quelli della vista acuta e penetrante, vi si danno di quelli pure doppiamente presbiti i quali non le possono leggere senza stancarsi, e già sapete che noi sotto ai 40 anni abbisogniamo anche dei veterani nelle nostre file….
Ciò premesso, questa volta vengo con una notizia fresca fresca dall’….. America. E dalli coll’America, direte voi; ne quid nimis direbbero i nostri bisavoli. Tutto bene; ma è notizia tale che farà respirare largo più di uno. Un mio curaziano giovane sui 25 anni scrivendo in data 1. novembre ai suoi fratelli tra le altre buone notizie porta questa eccellente che trascrivo alla lettera “io lavoro e sto anche a dormire nel palazzo che è in fabbrica da due anni e che ci vorranno due anni ancora per finirlo; da una parte vi sta la Chiesa, da un’ altra parte la stazione chiamata 19 novembre e da un’ altra un’ altissima luce elettrica con 6 fiamme che di notte luce tanto che pare sempre giorno. Nella Chiesa che sta qui vicina il giorno 10 corr. si cominciano le S. Missioni; si fanno due prediche al giorno una alle 3 di mattina l’altra alle 8 di sera. Vi sarà confessori d’ogni qualità, qui però vi stanno sempre due sacerdoti, uno italiano e un altro spagnolo. Il giorno 20 si farà la chiusa e nel medesimo tempo viene il Vescovo di Buenos Ayres e vi farà anche la Cresima” Che vi pare? Non è questa una notizia che consola un cuor cattolico e specialmente trentino pensando che alla Plata vi sono più centinaia de’ nostri, e che avranno quindi tutto il commodo di pensare un po’ anche all’anima partecipando ad una santa missione fatta in regola? Chi sa che Iddio misericordioso in questa missione non converta anche di quelli che furono sordi alle prediche udite in patria? Spiritus ubi vult spirat. Ed io non sono sì pessimista di vedere un ca’ del diavolo ove si tengono siffatte Missioni. Se fossi persuaso che i nostri alla Plata non avessero modo, se vogliono, di soddisfare ai loro bisogni spirituali per mancanza di sacerdoti, in penitenza de’ miei articoli sull’ emigrazione, lascierei subito patria, parenti ed amici e cum permissu superiorum volerei subito in loro aiuto spirituale. Per ora questo estremo non si verifica, che anzi alla lettura di questa lettera qui in paese tanti esclamarono “felici i nostri alla Plata che hanno la fortuna di sentire i Missionarii due volte al dì per 10 giorni!”.
Conchiudo pertanto coll’amico del nostro Pindaro dicendo alla mia volta: finchè c’è tanto ghiaccio qui attorno a noi, diamoci a tutt’uomo a liquefarlo colle viscere della nostra carità finchè il polso fa più di 60 battute al minuto; salveremo quelli che ci restano in paese e prepareremo più buona la patria ai nostri che ritorneranno. Addio.
Vostro R.
Soggetto produttore: | “La Voce Cattolica”, n. 146 |
Data: | 18/12/1884 |
Pseudonimo: | R. |
Descrizione: | Articolo in risposta ad altra corrispondenza siglata Pindaro; nella seconda parte è riportata parte di una lettera di un emigrante che descrive le condizioni spirituali in Argentina. |