Abbiamo dalle Giudicarie: Vi spedisco la terza lettera dal Texas e lo faccio volentieri perché porta più buone notizie dell’altre volte.
Wharton, 6 marzo 1882.
Carissima moglie, – oggi ho ricevuto la tua lettera e mi consolai molto al sentire che siete tutti sani in famiglia. Lo sono pure anche io al presente e spero sempre in bene. Sappi che ti ho scritto l’altra lettera in gennaio e che il guadagno di quel mese è stato appena sufficiente per la spesa; anche nel febbraio abbiamo perduto sei giornate per la gran pioggia. Io non ho mai veduto a piovere tanto come in queste posizioni. – Non abbiamo ancora ricevuta la paga di febbraio; anche questa la vien misera, perché si tengono 80 franchi pel viaggio. Ma andando avanti spero che la vada meglio; abbiamo cominciato un bellissimo mese di marzo e di più abbiamo un buonissimo direttore; egli ha scelti 8 dei più capaci del mestiere di accetta e ci ha posti nelle migliori posizioni del lavoro, in modo che se gli altri hanno 10 franchi al giorno, noi ne abbiamo 15; abbiamo perciò i prezzi più alti i quali variano dai franchi 7 1/2 fino ai 20 franchi al giorno. – La paga di marzo con quella di febbraio l’avremo circa la metà di aprile, ed allora avrò un buon tesoretto da consolarti. Spero di aver fatto un buon passo e di poter aver fortuna se Iddio mi lascia la salute. Lo ringrazio di cuore di avermi portato qui. Alla prima io me la vedeva brutta, vedendo che si sono ammalati tanti, ma al presente hanno ricuperata la salute, e sono tutti sani. Io posso dire che l’aria deve essere molto migliore delle nostre, perché se io avessi fatto le male vite dalle nostre parti, come feci qui, sarei morto certo, e qui grazie a Dio sono di ottima salute. Il clima non è come il nostro; qui fa bensì caldo d’inverno, ma l’estate si può anche resistere benissimo senza pregiudicarsi la salute. In questi boschi trovansi molti cervi e serpenti di molte qualità, molti uccelli, lepri, scojattoi, ma bestie feroci non ne abbiamo mai vedute.
Qui per il vitto, meno che il vino, viviamo da signori; la minor spesa si è la carne tutti i giorni a lesso e arrosto, il caffè tre volte al dì, come contano la nostre donne, la mattina, la sera e a mezzodì, un litro di birra al giorno. Qui trovansi circa 2 mila operai italiani e 150 trentini. – Vi sono molti piemontesi che hanno dietro le loro mogli ed anch’esse hanno una bellissima giornata lavando camicie e rappezzando. Da Nuova Orleans e da Wharton, si dice, che siamo distanti 400 miglia e circa 80 miglia da Galveston città e porto di mare. Il lavoro è tutto di squadratura, le piante sono olmi, noci, rovere, cipressi, ailanti ecc. Il nostro lavoro è per fare abitare il Texas a mezzo di colonie lungo la linea della ferrata. Questa linea ha la lunghezza di 800 chilometri e la va a comunicare col Messico.
Io non so altro che scrivere; ti saluto di cuore con tutta la famiglia. Addio.
Soggetto produttore: | “La Voce Cattolica”, n. 42 |
Data: | 13/04/1882 |
Pseudonimo: | |
Descrizione: | L’articolo riporta la terza lettera di un emigrante del Bleggio in Texas alla moglie. Trattandosi di una terza lettera e essendo la prima firmata con lo pseudonimo R. possiamo stabilire che la lettera fu inviata da don Guetti alla redazione del giornale. |