Giudicarie Esteriori, 2. (ritardata).
Invitato con altri amici, ai primi di novembre fui presente all’inaugurazione del casello-modello di Godenzo Poja. Un bellissimo fabbricato tutto nuovo, fatto dal bravo muratore Segala, a spese della società, che vicino alla chiesa di San Giorgio e di N. Signora del S. Cuore congiunge vieppiù i due paeselli rinomati ne’ fasti della storia patria per illustri prosapie e frammenti lapidei dell’epoca romana.
Un anno fa, appena appena, si avea un barlume d’idea di un caseificio razionale; ora sta là un’ opera compiuta a tutta lode dei promotori, ed a vantaggio sicuro degli associati, o meglio di tutti, perché tutti vi prendono parte con slancio. Continui l’unione nei pochi anni del sacrificio, e quando il debito contratto sarà soddisfatto, allora si verrà a provare ancora più quanto giova lasciarsi rimorchiare da persone intelligenti e da cuori generosi, che tutto dì ci predicono che nell’unione sta la forza. Lundo ci precedette già di un quarto di secolo nel salutare progresso, Fiavè vi s’incammina pure per benino; Vigo, pieno di slancio pochi anni fa, ora sembra un po’ impensierito di fronte ad un’opera già compiuta ma non completa; un po’ d’unione e d’energia, che sappiano suggerire i più bei modi di ammortizzazione, completerebbero il lavoro più lucroso che si possa dare.
Ma non basta avere caselli in tutta forma, ma si ha bisogno di latte in abbondanza, e quindi di aumento nelle mucche. In tanti paesi di quì si vuol più apparire con una bella coppia di buoi, che possono essere benissimo rimpiazzati con maggior lucro con un paio di buone vacche. Questo costume, troppo amato, ci porta un’ altra conseguenza; per avere buoni allievi, e di pelo mercantile si è costretti a curare la razza grigia, e si trascura la nostra razza bruna che per prodotti di latte è la regina delle razze. Ne viene quindi un contrasto di razze e di interessi e si finisce per non aver nulla di buono nè da una parte nè dall’altra. L’opera stessa del Consorzio agrario distrettuale, che tentava a più riprese di unificare i tipi, restò paralizzata, ed ultimamente si vide costretto a premiare delle monte taurine che avevano diversi soggetti di varie razze. Ma Renzo, che ormai invecchia, ripete ai suoi compatriotti : dove c’è latte non c’è miseria, non c’è pellagra, e quindi meno buoi da tiro ma più vacche da latte con regolari caselli, ed avremo il progresso. L’aumento delle vacche richiede un aumento di prati e di paboli, ma su ciò ad altra volta.
R.
Soggetto produttore: | “La Famiglia Cristiana”, n. 142 |
Data: | 09/12/1892 |
Pseudonimo: | R. |
Descrizione: | Articolo relativo all’inaugurazione del casello di Godenzo Poia. |