2. Relazione sull’attività delle Casse rurali e Famiglie cooperative esistenti.

Data la parola al sig. Referente, questi legge la seguente esposizione:

A questo punto dell’ordine del giorno dovrei presentarvi una relazione esauriente sull’attività delle Famiglie cooperative e Casse rurali fin qui esistenti, ed io mi proverò di farlo brevemente per quanto m’è dato e con argomenti di fatti più che di parole. Un fatto luminosissimo e che oggi parla e si fa sentire anche ai sordi, è la vostra presenza numerosa in questo luogo, o signori, o dirò meglio, o colleghi o fratelli. — Io veggo qui i rappresentanti di 10 Casse rurali e di 20 Famiglie cooperative e non mancano i rappresentanti di altre società sorelle, che stanno per nascere in breve. — Nell’anno 1891 e precisamente al 1° luglio quando dopo un parto stentato vedeva la luce la nostra primogenita di S. Croce, chi avrebbe detto che nel breve spazio di anni 31/2 saremmo arrivati a questa odierna conferenza di sì numerose sorelle? Qualcosa mai sopraggiunse a causare sì numerosa figliolanza? Nient’altro che i fatti. Delle chiacchiere se ne fecero molte e da tempo e se voi ripassate e gli Almanacchi agrari e il Bollettino di questo Consiglio fino dalla loro origine, voi troverete e parole e consigli e norme e statuti; ma società, che mettessero alla pratica tanto teorie, nissuna fino all’anno 1891. L’ideale del credito agricolo, la Cassa rurale, venne anzi combattuta e ritenuta quasi un’utopia pel nostro Trentino. La Provvidenza però che ludit in orbe terrarum, fece il giuoco anche a questa utopia e la mandò a patrasso. — Ecco come: Se un eccesso sfacciato di pochi negozianti fece nascere la prima cooperativa di acquisto e di smercio; delle usuraie pretese fecero spuntare la prima Cassa rurale. — Al nascere di queste bambine istituzioni popolari scoppiò un sorriso d’incredulità da molte parti, accompagnato da sogghigni di maligni, che loro pronosticavano la morte prima del semestre. Non mancarono però i previdenti i quali sentenziarono: Se la prima società di acquisto e smercio subirà la prova felicemente un anno, meglio di un paio d’anni; in breve succederà una generale rivoluzione nel paese, avviandolo in sommo vantaggio del popolo. — I promotori non badarono ai sorrisi, né ai sogghigni, s’affidarono alle assennate sentenze degli uomini previdenti ed eccoci dopo soli 4 anni avverato il felice pronostico, eccoci qui a formulare una federazione, che solidifichi per l’avvenire lontano la esistenza ed il progresso di queste nostre care istituzioni. — Ma le altre sorelle che vennero poscia, non vennero che in seguito ai fatti che parlarono eloquenti. — E questi furono:

La 1° Famiglia cooperativa di S. Croce nel suo movimento del primo semestre segnava già un reddito netto di f. 383.19.

Come ha rilevato il sig. Presidente sono 50 le istituzioni cooperative agricole, che videro la luce e saranno fra breve costituite nello spazio di 4 anni e la maggior parte in questi ultimi tempi!

Il popolo è sempre pigro nelle vie del progresso, anzi è retrivo quando non vede che lustre e non sente che parole; ma quando vede i fatti e fatti eloquenti, allora si muove, anzi corre, sicché non poche volte ha bisogno di freno, che regoli il movimento in avanti. Così anche in questa provvida corrente della cooperazione agricola furono i fatti, che spinsero i nostri popolani. I bilanci delle prime Cooperative, le situazioni mensili delle Casse rurali, erano prediche miracolose.

La prima Famiglia Cooperativa di S. Croce, che dopo una gestazione di oltre ad un anno, vide finalmente la luce nel 1891, segnava già nel I semestre un avanzo cassa di fior. 383 con un giro d’affari di fior. 2000 mensili, ed il suo fondo di riserva che nel II semestre ascendeva a fior. 671 nel III a fior. 1000, nel bilancio 1894 ascende già a circa fior. 2000. E notate che questa prima figlia fu privilegiata non già per indomato amore, ma per inestinguibile odio, cioè per ripetute invidiuzze e brusche carezze che si ebbe e si ha di quando in quando o dalle fiscalità esagerate di referenti steorali, o da $$ che non si capiscono del finanziere sul dazio-consumo, e perfino da rivalità inesplicabili di non pochi soci. Eppure bersagliata sempre, seppe sempre resistere e farsi modello ed esempio a tante altre che la seguirono poi. Se valorosi non fosser stati i duci, la battaglia sarebbe ormai perduta, e caduti i primi, non avremmo vedute le reclute che ormai sono pur esse maestre e condottiere di altre schiere.

Il referente prelegge molti risultati delle Società esistenti, p. e. Saone, Fiavè Tuenno ecc.

Le 17 Cooperative già istituite fino al 1894 in media contano 200 soci l’una; sono dunque 3400 famiglie unite in società per provvedersi il necessario alla vita e sono fior. 408 mila circa, che vengono consumati presso i nostri magazzini pari ad una media di fior. 120 per socio o famiglia privata. Il dirvi che il risparmio che ne ha il socio sia soltanto del 10 % mostra che sono già 40 mila fiorini risparmiati ed altrettanti e più li hanno i non soci pel ribasso provocato nelle nostre vallate presso i negozianti e bottegai.

Questi calcoli sa farli finalmente anche il nostro popolino, e lascia le utopie e benedice a coloro che gli risparmiano in saccoccia in un anno le centinaia di migliaia di fiorini, e lamentano ora solo una cosa, che cioè queste Cooperative non fossero nate prima. Ma questo è ancor poco: dove il paese nostro avrà le migliori risorse è dalla Cassa rurale.

Non dobbiamo insegnare al popolo solamente il modo di spendere poco coi magazzini sociali, dobbiamo dargli l’occasione di risparmiar molto e questo lo fa la Cassa rurale in ogni comune. Questa ebbe più difficoltà a nascere da noi, ma vi fu chi la volle ad ogni costo, e la prova non fallì, anzi se la prima nacque nel gennaio 1893 ora siamo presto alla dozzina.

Quadra e Fiavè ruppero i ghiacciai del vicino Adamello e ne sgorgò una corrente vitale, che ravviverà, ne sono certo, tutto il nostro caro Trentino. Ho il piacere, onorevoli colleghi e fratelli, di presentarvi il resoconto della Cassa rurale di Fiavè che in quest’occasione stampato in numerose copie passerà come piccolo modello per le gestioni e resoconti avvenire di tutte le nostre società e casse, e con quella gioia che veniva ascoltato da miei soci nell’Adunanza dei 6 febbraio p., con pari esultanza lo preleggo a voi e questo sia suggel che ogni uomo sganni.

Il Referente prelegge la relazione stampata e diffusa a tutti i comparsi sulla cassa rurale di Fiavè circa l’attività dell’anno d’esercizio 1894.

La relazione vien presa a grata notizia dall’assemblea, che vota un atto di ringraziamento al sig. Referente per l’instancabile e proficua sua attività, ed al sig. Giovanni Cavassi, direttore della Banca cooperativa di Trento, che, colla competenza che lo distingue in questa materia, seppe dare nell’impianto ed organizzazione delle nuove società dei preziosi consigli, specialmente in punto alla tenuta dei libri.

Ora noi siamo chiamati a cementar ognora più queste nostre società in un vincolo, il quale non inciampi giammai il loro progresso, ma lo migliori e lo assicuri duraturo sempre più. Questo Consiglio d’Agricoltura ha preparato un abbozzo di statuto sul modello di altri esistenti per eguali istituzioni in altri provincie e regni, e lo fece appunto coll’idea che il bene materiale e morale pel quale furono istituite le nostre società, riesca sempre assicurato. Forse a bella prima questa federazione sembrerà ad alcuno come un legame fastidioso o per lo meno inopportuno ed intempestivo, ma chi guarda al fine un po’ più spassionatamente, lo troverà ricco de’ mezzi più efficaci. Ad ogni modo sappiatelo tutti, carissimi colleghi, noi siamo ora qui a trattare se noi vogliamo camminare compatti al migliore benessere del nostro popolo ovvero da soli. Ma se l’unione fa la forza, ma se emblema della nostra associazione sono le due mani che si stringono fraternamente, ciò vuol dire che noi non paventiamo l’unione, ma la vogliamo, che noi non perderemo colla Federazione, ma guadagneremo. A voi ora a discutere pacatamente ed a stilizzare nel modo migliore quegli estremi del vincolo sociale, che vi si offrono nella proposta di statuto che ora vi sarà preletto e che già da alcuni giorni è a vostra cognizione.

La relazione vien presa a grata notizia dall’assemblea, che vota un atto di ringraziamento al sig. Referente per l’instancabile e proficua sua attività, ed al sig. Giovanni Cavassi, direttore della Banca Cooperativa di Trento che, colla competenza che lo distingue in questa materia, seppe dare nell’impianto ed organizzazione delle nuove società dei preziosi consigli, specialmente in punto alla tenuta dei libri.

Soggetto produttore:“Bollettino C.P.A.”, anno 1895, 19 febbraio, pp. 30-32
Data:19/02/1895
Pseudonimo:
Descrizione:Nella relazione, don Guetti può con soddisfazione mostrare “con i fatti più che con le parole” lo sviluppo del sistema cooperativistico a partire dalla prima Famiglia Cooperativa di S. Croce, nata solo quattro anni prima. Alla riunione sono presenti i rappresentanti di ben 20 Famiglie cooperative e 10 Casse Rurali già costituite e in attività, senza contare i rappresentanti di quelle in fase di costituzione. Don Guetti dà conto, cifre alla mano, dei risultati economici delle “neonate società” come motivazione del loro successo presso il popolo e come auspicio per la nascita della Federazione.