Vienna, 29 ottobre.

L’odierna seduta cominciò ieri (incredibile ma vero!) alle ore 12 e fino alle 16 venne occupata nelle solite forme ostruzioniste, cioè cogli appelli nominali; indi venne sospesa fino alle 19 e si ripigliò per trattare la questione del compromesso provvisorio coll’Ungheria. La sinistra a mezzo di varii oratori si pronunciava contraria alla trattazione e voleva dichiarare illegale addirittura la seduta. Ma la presidenza tenne duro; diede la parola all’oratore per la prima lettura, dott. Ottone Lecher, segretario della Camera di Commercio in Brunn. Alcuni colleghi di sinistra e specialmente il famoso Wolf non volevano lasciarlo parlare e perciò si diedero a battere le panche colle assicelle a tempo di marcia ed il brutto giuoco si protrasse così fino alle 22 senza, che l’oratore potesse cominciare il suo discorso: si dovette interpellare la Camera se dovesse parlare o chiudersi la seduta, e vinse la destra favorevole alla continuazione.

Il dott. Lecher comincia un magistrale discorso alle 22 1⁄2 e continua fino  all’una di stamane senza interruzione. A questo punto dopo due ore e più di parola, domanda dieci minuti di riposo e il presidente gliene concede soltanto 5.

Riprende il discorso ed eccettuate le frequenti battute di mano da parte della sinistra, prolungate perché l’oratore respiri e beva qualche sorso di vino od il caffè, si arriva alle 5, ed egli continua imperterrito come se appena avesse incominciato.

A questo punto per far allontanare il sonno giro le gallerie di primo e secondo ordine che, sebbene assai spopolate, pure contengono ancora qualche centinaio di curiosi uditori molto perseveranti; anche qualche signora assiste alla scena di nuovo genere; io mi metto a scranna per segnare questa corrispondenza sonnacchiosa.

Dal plico di cartelle che tiene a sua disposizione innanzi al banco, pare che l’oratore non sia ancora arrivato alla metà della sua arringa, eppure sono 5 ore e mezzo che dà prova di sua facondia non facile perché è irta di calcoli e cifre.

Quando finirà? Che cosa si farà dopo il suo discorso? Si continuerà la discussione, si verrà alla chiusura e la destra precipiterà la votazione così a priori ?Non si sa, ma qualche cosa di nuovo deve nascere, quando saranno essicate le fauci del nostro bravissimo Ottone Lecher.

Intanto permettetemi un po’ di riposo finchè lo scampanio elettrico ci avviserà della fine di questa filippica che se fosse data a tradurre quale compito ai nostri studenti, li occuperebbe per tutto l’anno scolastico!

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Sono quasi le cinque e dietro suo desiderio si concedono all’oratore altri dieci minuti di riposo: ne avea pur bisogno… Mi servo di questo respiro per visitare i corridoi, le camere di lettura dei clubs e delle varie sezioni parlamentari.

Ovunque scorgo onorevoli poco onorevolmente sdraiati che dormono e con tale una musica… ostruzionista! Trascorsi i 10 minuti il campanello presidenziale viene scosso dalla mano del vice presidente Kramaiz, il quale chiama pure l’oratore al suo posto. Il valoroso Lecher entra in questo mentre nella Camera salutato da vivissimi applausi, mentre si rimprovera alla Presidenza il troppo rigore di stare ai 10 minuti.

Il vice presidente si giustifica di stare al regolamento con tutta equità, e dichiara che se la sinistra non è contenta, cambierà intonazione (applausi dalla destra; disapprovazioni a sinistra). Dopo ciò l’oratore continua il suo lungo discorso, fresco come l’acqua che va bevendo dai bicchieri sempre colmi che gli preparano i servi del parlamento.

Dopo aver parlato alcun poco l’oratore viene interrotto dai socialisti che reclamano la chiusura della seduta per far riposare gli stenografi che lavorano continuamente da oltre otto ore. Il Vice-Presidente Abrahomovick vuole che continui l’oratore, ma le grida di tutta la sinistra che si aggiunse ai socialisti, lo impediscono. Ogni volta che il Vice-Presidente suona il campanello, è uno scroscio di grida da energumeni e di battarelle di assi che ci sembra d’essere nella Settimana Santa – Clouse! Clouse! sono le voci che solo si distinguono fra tanto baccanale. L’oratore tuttavia continua a parlare; almeno tenta di parlare, perché il Vice-presidente non gli tolga la parola. – L’ambiente va riscaldandosi, il termometro dell’ira teutonica sale, sale da un momento all’altro; eppure fuori nei pubblici giardini biancheggia la brina. Finalmente la sinistra cambia manovra; lascia parlare un minuto l’oratore e poi applaude per un altro minuto e la cosa diventa una farsa, più che commedia….

Ore 6. – Il bel giuoco perdura. L’oratore grida nell’orecchio degli stenografi qualche frase di quando in quando, perché non gli sia tolta la parola. La Presidenza sta imperterrita a mirar la scena: la destra vuole addirittura finir la prima lettura e venire alla votazione ed approvazione del compromesso. I socialisti gridano che a questo modo è un voler accoppar la gente, alludendo agli stenografi ed ai servi che stanno al lavoro da 20 ore… E’ un’amministrazione alla russa quella della Presidenza, grida Wolf. Il socialista Dazinscki apostrofa Badeni, il quale è assente dalla Camera essendosi jeri maritata sua figlia. Che bel ricordo per nozze oggidì! L’oratore continua a telefonare nell’orecchio degli stenografi che scrivono stando in piedi.

Ore 6 1⁄2. – Un po’ di pausa… La destra si mette a leggere i giornali del mattino, testè entrati nell’aula, i quali parteno il principio della seduta, ma non la fine, che sembra non venir mai più: la sinistra ripiglia ancora il blando giuochetto del battimani… Gli italiani? in gran parte sono o viaggiano pei patri lari; alcuni si ritirarono a schiacciare un sonnellino: solo tre fra 19 resistono impassibili nei loro scanni fra il rauco suon, l’orribili favelle e il suon di man con elle. I numerosi sacerdoti che siedono come deputati, di qua di là escono per celebrar la S. Messa; alcuni nol possono perché ruppero il digiuno per vincere il sonno. Le voci degli onorevoli per l’aria mattutina, o per la veglia si fanno rauche daddovero. Il povero oratore, dico povero perché quasi non ha più voce, da 8 ore e più sta in piedi e parla; per fortuna la solfa del battimani lo solleva un poco.

Ore 7. – In questo momento si vocifera che la seduta durerà fino a mezzogiorno! e pare anzi che Leccher si senta in forza di parlare fino allora: in tanta baraonda ed in tanta lungaggine, se sela svigna per benino, lo acclamarono il re degli oratori. Intanto continua, e si serve di un lungo battimani per sorbire un caffè che un’amico gli offerì a grata sorpresa. Alle 7 3⁄4 entra nell’aula Badeni e va diritto a parlare col Vice-presidente Abrahomovik che in quel momento occupa il seggio presidenziale: s’abbocca poscia cogli altri ministri del Commercio, dell’Agricoltura, e delle Ferrovie. I socialisti si servono della presenza di Badeni per gridargli che sarebbe carità del prossimo il sospendere la seduta: il continuar in questo giuoco è una mancanza di cuore: e qui è una serie di improperii alla Presidenza che per fortuna gli stenografi non sanno infilzar sulla penna.

Ore 8 1⁄2. – Il giuochetto continua e riesce a meraviglia, ormai ci avviciniamo al pronostico fatto; i ministri si ritirarono nelle loro sale: forse qualche decisione più o meno opportuna n’uscirà dall’abboccamento. L’oratore va prendendo nuova lena: il campanello presidenziale chiama a raccolta gli onorevoli dispersi nell’aula magna… segno che si avvicina qualche avvenimento.

L’oratore finisce e grida: voti pure la destra il provvisorio, ma si sappia che i tedeschi dell’Austria per questo non cederanno e non moriranno. Parole seguite da evviva e battimani senza fine: la Camera è al completo, meno qualche dormiglione in ritardo.

Il vice-presidente Kramarc dà la parola all’on. Funke che fa la proposta per la chiusura della seduta e si passa all’appello nominale se deve esser fatta la votazione segreta o meno. La destra vota pel no e la sinistra pel . Il Gran possesso ed il Club italiano si astengono. La faccenda va in lungo. Stasera a causa finita ve ne dirò l’esito, ammesso che finisca questa eterna seduta che cominciò ieri alle ore 12 e con un riposo di tre ore soltanto, durò fino… a che lo vedremo.

Ore 10. – Finito l’appello nominale ed avendosi il risultato favorevole per la votazione aperta, si fa l’appello nominale della chiusura della seduta. La maggioranza vuole la continuazione, la sinistra la chiusura; a questa si associa il Club italiano, almeno per sentimento di pietà verso i poveri stenografi e i servi di Parlamento che sono stanchi e sfiniti. La proposta naturalmente resta in minoranza. Dopo vari battibecchi e proposte avanzate da parecchi membri della sinistra, Funke propone che sia sospeso il parlar di provvisorio finchè al banco dei ministri non si veda rappresentato quello della Giustizia. Intanto che la presidenza o meglio Badeni manda a chiamare qualcuno del ministero della Giustizia, hanno la parola altri deputati ostruzionisti. Pferche chiede una seduta secreta su una proposta da comunicare alla Camera, e quindi si fanno sloggiare le gallerie, mentre si vota tale risoluzione. Il Club italiano stavolta sta colla destra, perché vuole che il pubblico si edifichi della nobiltà tedesca che furoreggia in questi dì al parlamento.

Ore 10 3⁄4. – Mentre parlava un socialista, dopo varie interruzioni, il Vice-presidente dichiara di togliergli la parola, cedendola ad un di destra: bastò quest’atto arbitrario dell’Abrahomovic perchè la sinistra assaltasse in massa il banco presidenziale.

Ore 12. – Dopo altre votazioni di poca importanza, in questo momento si fa quella sulla proposta di Pfersche ed anche questa ottiene la maggioranza dei voti. Così altre due dopo di questa e con ciò si continua la scena di votazioni nominali su proposte di un nonnulla volute dalla sinistra o negate dalla destra, nelle quali il Club italiano sta sempre contro l’ostruzione: si verifica che la seduta si chiuderà alle 20 stassera e vedremo se sarà veramente vero.

Ore 19. – La Presidenza toglie la parola ad uno di sinistra che trattava il provvisorio per darla ad uno di destra; ciò provoca tumulti indiavolati che fanno interrompere la seduta. Sono aperte le gallerie restate chiuse per quattro ore. Si vocifera che la destra, riuscita vincitrice alla prima lettura del provvisorio, provochi all’istante la votazione in seconda e terza lettura. A ciò pare occorrano due terzi e si spera che non avrà la maggioranza. È doloroso, assai doloroso, che in tali evenienze all’ultima ora il Club italiano siasi ridotto a soli 6 voti, mandando alla Camera 13 deputati, dei quali 6 del trentino e 7 del litorale. Però i rimasti restano compatti cor unum et anima ora, e se non potranno aver valore materiale lo avranno morale. Attendiamo che la Presidenza occupi il suo posto: i capi club di destra stanno discutendo il da farsi in sede propria.

Ore 20. – La seduta è chiusa e protratta a giovedì. La vittoria è ottenuta dalla sinistra: nessun voto finora per il provvisorio – amerei dir la vittoria di Leccher, l’oratore eterno e di non sole chiacchere, ma di cifre.

Se passa il provvisorio, sono 30 milioni di fiorini del popolo austriaco che vanno nelle borse degli israeliti di Budapest.

Dunque arrivederci la settimana ventura.

Soggetto produttore:“La Lega Lombarda”, n. 293
Data:02-03/11/1897
Pseudonimo:
Descrizione:Articolo relativo alla lunghissima seduta parlamentare diurna e notturna per trattare la questione del compromesso provvisorio con l’Ungheria. Viene attribuito a Guetti per la consequenzialità con le altre corrispondenze siglate T. o Tridentino.